AGI – Forza Italia lo definisce lo step più importante della legislatura: martedì al Senato arriverà il secondo via libera – dopo quello della Camera – alla riforma della separazione delle carriere.
Passaggi rapidi e referendum all’orizzonte
I passaggi successivi della riforma costituzionale saranno rapidi, sottolinea il presidente dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri: “la sinistra – sostiene – blatera perché vuole difendere il sistema di lottizzazione che ha caratterizzato il Csm e che qualcuno ancora oggi difende”.
Sarà scontro in Aula tra maggioranza e opposizione, con le forze di governo già pronte a un referendum che, secondo il timing previsto, potrebbe tenersi nella primavera inoltrata del prossimo anno.
Tensione con la magistratura sul caso Open Arms
Intanto prosegue il braccio di ferro tra governo e giudici anche in merito al ricorso della procura di Palermo in Cassazione contro l’assoluzione di Matteo Salvini per il caso Open Arms.
L’Anm si scaglia contro l’ipotesi di riforma del sistema delle impugnazioni: “Leggendo la proposta di sanzionare i pubblici ministeri in base all’esito delle impugnazioni legittimamente proposte viene il sospetto che ciò che realmente ispira tali iniziative sia l’atavica insofferenza dei politici verso l’autonomia del pubblico ministero”, denuncia Marcello De Chiara, vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati.
Opposizione: «Un’offensiva per salvare Salvini»
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, parla di “offensiva senza precedenti” per salvare Salvini.
Per Elly Schlein, segretaria del PD, si tratta di “un conflitto grave perché indebolisce i cardini della nostra democrazia”.
Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ribadisce che “nessuno vuole lo scontro con i magistrati” e definisce la riforma della giustizia come “uno dei pilastri della storia di Forza Italia. In breve: giustizia al servizio dei cittadini”.
Caso Milano: si accende lo scontro sul sindaco Sala
Martedì la battaglia politica si combatterà anche sul ‘caso Milano’, con l’indagine che coinvolge il sindaco Giuseppe Sala, indagato in un filone delle inchieste sull’urbanistica.
Sala ha incontrato i rappresentanti del PD regionale – Silvia Roggiani, Alessandro Capelli e Beatrice Uguccioni – che gli hanno ribadito l’appoggio del partito.
Non sarebbero sul tavolo le dimissioni del sindaco, ma la definizione del percorso da qui a fine legislatura. L’obiettivo è farlo proseguire nel mandato.
Pd compatto, ma il centrodestra attacca
“Può essere un’occasione per ripartire”, afferma Alessandro Capelli, rilanciando l’azione del centrosinistra sulle sfide cittadine: diritto all’abitare, sviluppo urbanistico, accessibilità, equità e città pubblica.
L’incontro con Sala anticipa il suo intervento al Consiglio comunale. Restano però vari nodi da sciogliere: dal dossier case popolari allo stadio, fino al possibile passo indietro di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana. In bilico anche un rimpasto di giunta.
Candidature alternative e tensioni interne
Il centrodestra osserva la situazione. Per molti, Sala non reggerà. “Un avviso di garanzia non deve comportare automaticamente le dimissioni”, dice Alessandro Cattaneo (Forza Italia), accusando il PD di aver “rinnegato il modello Milano”.
“Sala non ha più futuro nella politica”, sostiene Gasparri.
Qualora si andasse verso un voto anticipato, la maggioranza di governo dovrà scegliere il candidato. Si ipotizza un nome civico, come Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico, gradito anche alla Lega. In alternativa, i nomi sul tavolo sono Carlo Fidanza (FdI) e Maurizio Lupi (Noi Moderati).
Critiche anche dal Terzo Polo e M5s
“Non si può fermare lo sviluppo di Milano per un’indagine”, afferma Davide Faraone (Italia Viva), mentre Osvaldo Napoli (Azione) accusa il PD di usare il “metodo Tafazzi” per compiacere Giuseppe Conte.
Stefano Patuanelli (M5s) evidenzia un problema più ampio: “Un modello di sviluppo che aumenta le disuguaglianze”.