lunedì, Ottobre 14, 2024
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Mattarella ai giovani, “lo smartphone aiuta ma non rappresenta la vita vera”

AGI – “La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri. Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per la vita dell’intera comunita’ nazionale. L’avvio dell’anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realta’ e’ un momento sempre nuovo. Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e piu’ ambiziosi traguardi”. Lo dice Sergio Mattarella nel suo intervento alla cerimonia a Cagliari per l’apertura dell’Anno scolastico.

 

“Anche la societa’ e’ andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove. La scuola – ricorda allora il Capo dello Stato – e’ movimento. Non si ferma. E’ una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. E’ palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilita’, dialogo, accoglienza, rispetto. Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalita’ e competenze, sempre piu’ necessarie in un mondo che reclama, sempre piu’, sapere e preparazione”.

 

“La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunita’, fa sperimentare la convivenza. Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare – avverte Mattarella – che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualita’ del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra societa’. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella societa’ e concorre al suo progresso”.

 

“Siamo immersi in un impetuoso cambiamento a livello globale. Che ci costringe, di continuo e in ogni ambito, a fare i conti con nuove e sorprendenti realtà” e “la scuola non può restare ferma ma si deve inserire efficacemente nell’innovazione e nel cambiamento, cosi’ da contribuirvi, rendendo i ragazzi partecipi e protagonisti”. Per il Capo dello Stato “il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell’ingegno e dell’opera umana. Il nodo della questione non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso, benefico o fraudolento, che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunita’ non si arrestano: ma bisogna governarli e orientarli al bene comune”.

 

“I giovani sono piu’ avanti nella conoscenza digitale. Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero. I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro”, ma ammonisce il presidente della Repubblica “per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari. La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto, divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi – esorta Mattarella – a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è e non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita. Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo”. 

 

“Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra societa’: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia”. Per Mattarella “la scuola puo’ molto, ma non puo’ tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie e’ essenziale nel processo educativo. Purtroppo – annota – si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia”. “I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte – avverte il Capo dello Stato – ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro”. “Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si da’ una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti”.

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