AGI – Il rapper e il presidente: potrebbe essere il titolo del film o della canzone sulla giornata particolare vissuta dai ragazzi del carcere minorile di Nisida che hanno accolto oggi il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e Lorenzo Cherubini, in arte “Jovanotti”.
Un mix di storie diverse, come nella migliore cultura hip hop, che ha dato vita a dialogo a più voci. “La scuola è lo strumento e il veicolo per il futuro. Quest’anno l’anno scolastico viene aperto con tre tappe: qui, all’ospedale pediatrico Santobono e in città. Il futuro riguarda tutti, ecco perché c’è questa triplice tappa”, ha spiegato il presidente Mattarella: “Ci si scopre nella scuola, si costruisce l’avvenire, si costruiscono talenti e ci si mette alla prova”.
Il cantante ha introdotto il video della canzone rap prodotta dai ragazzi di Nisida. Ragazzi che chiedono: “Cosa è per voi la musica”. Jovanotti ammette che lo sta “ancora scoprendo”, ma per il momento “per me la musica è libertà, è lo strumento per viaggiare. Libertà dentro delle regole. Le regole sono importantissime”.
Il Presidente rivolge la domanda agli stessi ragazzi: “La domanda è per voi, che esperienza è stata presentare un pezzo rap al maestro, a Jovanotti?”, chiede Mattarella. “Una esperienza sconvolgente”. Quello che si cerca di fare, spiegano ancora “è convogliare la rabbia nella musica, in quello che facciamo”, è la risposta. Il Capo dello Stato, poi, sorprende tutti quando si dichiara un appassionato del genere: “Il rap è apparso circa 50 anni fa, avevo già più di trent’anni. È nato come strumento di cambiamento e orienta al futuro. La musica è libertà e consente di superare ogni ostacolo e ogni limite. Consente di andare dappertutto, al di là dei limiti che la realtà impone”.
Prima di raggiungere i piccoli scolari dell’ospedale Santobono, rivolge un saluto: “Ora vado in Ospedale dove c’è una scuola per i bambini che sono degenti a lungo perché la scuola riguarda loro e chi segue un percorso di recupero e rilancio come voi”, spiega il Presidente Mattarella: “C’è una cosa a cui penso sempre: ciascuno di noi è una persona unica al mondo, non ce n’è” un’altra uguale. Però c’è da costruire la vita come voi fate qui con la scuola, la musica e il teatro. Questa fusione straordinaria di musica e parole è segno di una capacita’ creativa di altissimo pregio. Ognuno di noi ha un programma di vita, auguri per il futuro e per quello che fate qua. Vi auguro di essere protagonisti della vita”.