AGI – Al Tg La7 va in onda il ‘secondo tempo’ del faccia a faccia a distanza tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La premier, intervistata da Enrico Mentana a 24 ore di distanza dalla segretaria del Pd, spazia dalla difesa europea ai temi di politica interna. Sull’ultimo documento sulla strategia di sicurezza nazionale degli Usa – in cui non mancano le critiche agli Stati europei – precisa che è l’Europa, “se vuole essere grande”, che “deve essere in grado di difendersi da sola“. Mentre sul referendum sulla separazione delle carriere ribadisce che “il governo rimarrà in carica comunque andrà” il voto sulla giustizia.
Meloni non vede “un’incrinatura dei rapporti tra Usa ed Europa“, alla luce del documento strategico americano, che mette in guardia sul rischio di “una cancellazione della civiltà” nel Vecchio Continente e individua nell’America Latina e nella lotta domestica contro l’immigrazione le priorità della nuova dottrina di sicurezza nazionale Usa. Per Meloni il documento non rivela nulla di nuovo nella dinamica dei rapporti transatlantici e, anzi, mette in evidenza quello che “è un processo storico inevitabile”. E, dunque, “l’Europa se vuole essere grande deve imparare a difendersi da sola“, spiega la presidente del Consiglio. Contestualmente Meloni tiene il punto sulla linea italiana sull’Ucraina. Una posizione “molto chiara dall’inizio”. “Abbiamo sostenuto” Kiev “fin dall’inizio”. L’obiettivo del governo è “di costruire la pace“, ma – avverte la premier – “la pace non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza“. Nessun cambio di prospettiva nemmeno sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che deve avvenire a due condizioni: “il disarmo di Hamas e la certezza che non abbia un ruolo nella governance di Gaza“. Mentre, alla domanda su una presunta ‘timidezza’ dell’Italia nei confronti del governo di Israele su quanto avviene in Cisgiordania, Meloni osserva: “Noi siamo stati molto chiari in varie sedi. All’Assemblea generale dell’Onu ho detto che Israele non ha il diritto di impedire la nascita di uno stato della Palestina o di favorire nuovi insediamenti per impedirlo”.
La politica interna: giustizia, premierato e manovra
Spazio dunque alla politica interna. Alle prime battute della campagna elettorale per il referendum sulla separazione delle carriere, la presidente del Consiglio ripete quanto già specificato più volte, ovvero che “il governo rimarrà in carica fino alla fine della legislatura, comunque andrà” il risultato della consultazione sulla riforma della giustizia voluta dalla maggioranza. E Meloni rivendica anche la riforma del premierato, che “non abbiamo messo in un cassetto”, perché “rimette il potere nelle mani dei cittadini e garantisce stabilità ai governi“. Sulla manovra ‘punge’ Giuseppe Conte: “Ad avere più soldi certo che si poteva fare di più, ma nello stesso anno nel quale io faccio una legge di bilancio che vale 18,7 miliardi di euro, ne pago 40 miliardi di Superbonus“. Quindi Meloni puntualizza: “Quelle poche risorse che ci sono, in ogni caso, io le ho concentrate sui salari“.
La stoccata finale al ‘campo largo’
A conclusione del duello ‘in differita’ con Elly Schlein, l’ultima stoccata è per il ‘campo largo‘: “Ho dichiarato varie volte la mia disponibilità a confrontarmi con il leader dell’opposizione, quando mi diranno chi è…'”



