martedì, Ottobre 21, 2025
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Monica Guerritore: “Anna Magnani, donna non addomesticabile”

AGI – Alla Festa del cinema di Roma stasera nella sezione Grand Public passa ‘Anna‘ il film diretto e interpretato da Monica Guerritore sulla grande Anna Magnani. Una pellicola che racconta la grande attrice dal momento della vittoria del premio Oscar, inatteso e accolto con stupore anche da molti critici, fino alla sua morte. Una fase della sua vita in cui soffrì molto dal punto di vista professionale oltre che personale.

“Lei non si aspettava di avere un periodo difficile davanti, come nessuno di noi se lo aspetta quando ha un grande successo, come la vittoria all’Oscar – racconta la Guerritore all’AGI – perché il contesto cambia e così è stato per lei: era un’attrice importantissima, ma si è trovata in un momento in cui il cinema stava cambiando passo. Diventava un cinema-verità, un cinema che aveva bisogno di volti che assomigliassero ai personaggi che l’autore aveva in mente”.

“Lei, con la sua personalità e il suo carisma, diventava ingombrante – spiega la Guerritore – e questo racconta molto del suo carattere: forte, ma non nel senso di ‘rompiscatole’. Era forte perché credeva in quello che faceva, aveva orgoglio e ambizione, la forza di portare avanti il proprio talento. Era una donna che non si lasciava corrompere, cambiare o addomesticare – aggiunge – questo periodo della sua vita, in cui va avanti battaglia dopo battaglia, racconta una vita estremamente gioiosa, libera, piena di energia come era la Magnani. E tutto ciò serve anche a noi donne, che siamo spesso raccontate come statuette, tutte ‘in ordine’. Lei no, era una donna non addomesticabile“, spiega la regista di ‘Anna’.

Il debutto alla regia di Monica Guerritore

Monica Guerritore, una vita passata in teatro, ha deciso di realizzare un film da regista (oltre che protagonista) su una grande interprete del nostro cinema. Il risultato è un film imperfetto, emozionante, che risente della formazione teatrale della Guerritore (per le scelte di regia, per la recitazione e per il rapporto empatico e quasi privato che crea con lo spettatore). La regista rivendica però il fatto che si tratti di un film con tutti i crismi.

‘Anna’ film sul solco del cinema anni ’50

“Il termine ‘teatrale’ non è un’accezione corretta per il film – obietta la Guerritore – grazie alla fotografia di Gino Sgreva, ha un impianto molto cinematografico, nel solco del cinema anni ’50: quei film che raccontavano il femminile senza tanti stacchi o effetti, con una narrazione piena di quadri, come si faceva una volta. È un film vero, non artefatto – sottolinea la regista – ma neanche il teatro è artefatto: è pura verità, che noi diamo al pubblico mettendoci passione. Io non amo il “fru fru”, il biascicare, le piccole frasette, perché nella vita non siamo così. Nella vita parliamo come sto parlando io, non come si parla nel cinema-verità“. Per questo, aggiunge, “è stata una scelta quella di prendere solo attori di teatro, attori importanti, che parlano come si parla nella vita. Perché nel cinema troppo spesso si recita in modo finto, mentre io volevo la verità“.

L’identificazione con Anna Magnani

Per interpretare una delle più grandi attrici italiane, la Guerritore rivela di essersi “lasciata andare all’energia, alla passione, alla forza di Anna. E allora l’ho ritrovata in me”. Poi aggiunge: “Vorrei che, attraverso questo film e attraverso il pubblico che lo andrà a vedere, si ritrovasse quella stessa forza di carattere, quella stessa energia e passionalità che le hanno permesso di superare i grandi dolori. E lo stesso amore, alla fine: quello che il pubblico ha riscoperto in lei dopo la sua morte”, aggiunge.

Anna Magnani non solo grande attrice

Parlando poi della carriera artistica di Anna Magnani, la Guerritore ha chiara la risposta alla domanda se sia stata fortunata ad avere registi come Rossellini, Visconti e Pasolini o siano stati loro a essere fortunati ad avere lei come attrice. “La seconda risposta è quella giusta – dice senza dubbi – lei ha scritto insieme ad Amidei ‘Roma città aperta‘. In ‘Bellissima‘, il finale lei sulla panchina Visconti gliel’ha fatto fare, ma è stata lei ad aggiungere quel ‘aiuto!’ quando la madre non sa più cosa fare con la bambina. Era un’autrice, come lo sono gli interpreti. È una cosa poco riconosciuta – continua – ma se io le dico che quando sono sul set sono io l’autrice di me stessa, lei penserà’: ‘è pazza, c’è il regista!’. E invece no: sono io l’autrice di me stessa. È qualcosa che dobbiamo ritrovare. Un discorso complicato, ma fondamentale”.

Futuro di Monica Guerritore, cinema o teatro?

Anna‘ può rappresentare per Monica Guerritore l’inizio di una nuova carriera da regista? “Non lo so – risponde – già mi aspetta un’altra stagione teatrale: ho lasciato il teatro per un anno e adesso devo tornarci nel 2026-2027. Lo deciderà il tempo – spiega – per me non è tanto una questione di fare o meno la regia, ma di sapere che tipo di donna voglio raccontare”.

 

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