AGI – La delegazione russa è già in viaggio verso Istanbul, dove il 2 giugno è previsto il secondo giro di negoziati diretti tra Mosca e Kiev.
L’Ucraina però non ha ancora dato la sua adesione formale al tavolo e continua a insistere perché la Russia le invii subito una copia del memorandum con le sue condizioni per un cessate il fuoco. Ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, era tornato ad accusare l’omologo russo, Vladimir Putin, di tergiversare e ingannare i mediatori, Stati Uniti in testa, per poter prolungare la guerra il più possibile. Oggi il ministro degli Esteri ucraino, Andrij Sybiha, che ha accolto a Kiev l’omologo turco Hakan Fidan, ha ribadito la richiesta e ha ricordato che Mosca si era impegnata in questo senso anche con Washington.
Zelensky teme che l’insistenza dell’avversario nel tenere le carte coperte celi condizioni irricevibili, come la cessione di tutti i territori rivendicati dalla Russia, inclusi quelli non ancora conquistati. Il Cremlino è però irremovibile. Nella sua conferenza stampa di oggi, il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, ha avvertito che solo se i colloqui di Istanbul produrranno “risultati” Putin si renderà disponibile agli “incontri di alto livello” proposti dalla Turchia, ovvero un summit a quattro con Zelensky, Erdogan e Trump.
Proprio il presidente degli Stati Uniti, attraverso il dipartimento di Stato, ha fatto trapelare la sua “delusione” per l’approccio della Russia che, ha affermato la portavoce Tammy Bruce, “continua ad attaccare l’Ucraina e a uccidere civili mentre gli Usa cercano di arrivare a un cessate il fuoco”.
Si è detto “irritato dall’irragionevolezza” di Putin anche l’inviato della Casa Bianca per l’Ucraina, Keith Kellogg, che ha comunicato in un’intervista ad Abc la presenza a Istanbul dei “consiglieri per la sicurezza nazionale dell’E3, ovvero Germania, Francia e Regno Unito”. Non si sa però se i funzionari alleati avranno un ruolo diretto al tavolo, così come è ancora un’incognita il livello della presenza americana.
E fonti ben informate hanno riferito a ‘The Atlantic’ che questa volta gli Usa non invieranno una delegazione come quella che, in occasione del primo giro di colloqui, si relazionò con le controparti russe e ucraine. Da Kellogg è arrivato comunque un esplicito via libera alla richiesta russa di un’esclusione dall’adesione alla Nato non solo dell’Ucraina ma anche della Georgia e della Moldova. Parole, queste ultime, accolte da Peskov con vivo apprezzamento.