martedì, Giugno 17, 2025
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

Nastri d’Argento 2025, il cinema italiano celebra le donne

AGI – Mai come quest’anno, ai Nastri d’Argento il cinema italiano ha celebrato le donne, e non solo sullo schermo. I critici cinematografici hanno incoronato come miglior film Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, premiando anche la sua protagonista, Romana Maggiora Vergano, come miglior attrice, dopo l’acclamazione ricevuta in C’è ancora domani di Paola Cortellesi.

Romana Maggiora Vergano: “Un riconoscimento che mi lusinga”

«Tantissima soddisfazione – ha detto l’attrice – anche perché, insomma, di film i giornalisti ne hanno visti nella vita, non solo in quest’anno. Quindi il fatto che sia un riconoscimento, soprattutto quello per il miglior film, mi lusinga, perché sceglierlo fra tanti non era semplice». Poi ha aggiunto: «Io mi sono sentita tanto accompagnata dalla stampa nel percorso di questo film, da Venezia a tutti i festival e gli incontri in varie città d’Italia. Sentivo che i dialoghi erano sinceri, che l’interlocutore, quindi il giornalista, era sinceramente coinvolto nel racconto ed emozionato insieme a noi».

 

 

Francesca Comencini: un racconto universale

Sull’esperienza con Comencini, regista di cui interpreta la vita nel film, aggiunge: «Per fortuna il peso l’ho sentito solo fino all’inizio delle riprese. Poi è sparito, perché lei mi ha totalmente deresponsabilizzata. Era una regista che raccontava una storia di un padre e di una figlia, per cui credo sia una delle cose più belle di questa storia: il fatto che sia così universale».

Emanuela Fanelli: “Una gioia per il pubblico”

Il successo di Follemente – premiato per le interpretazioni femminili – segna un altro punto a favore delle storie raccontate e vissute da donne, come afferma Emanuela Fanelli: «È stata una gran soddisfazione e ovviamente questo mestiere si fa per il pubblico. Quando il pubblico risponde così, è una gioia davvero». Molte spettatrici l’hanno eletta “spirito guida” del film: «La parte istintiva, quella che spesso ha ragione, è anche la più vitale. Quella che pensa: ‘Sì, vabbè, a domani ci si pensa, intanto viviamo oggi’. Non è un modo tanto sbagliato di vedere le proprie giornate».

Pilar Fogliati: “Un lavoro di squadra”

Pilar Fogliati, premiata come miglior attrice in una commedia proprio per l’opera di Genovese, ha sottolineato il gioco di squadra: «È bellissimo avere Fanelli, Pandolfi, Puccini e Giannetta nella mia testa, sinceramente… Poter raccontare, con un solo personaggio, in cinque abbiamo raccontato una moltitudine di donne. È tutto un lavoro di squadra». E sui successi al box office dei film al femminile, aggiunge: «Le donne al cinema fanno bene. È sempre positivo quando un film incassa, è una festa per tutti. Il cinema è anche un’industria che fa lavorare le persone, e quando un film italiano va bene significa che il pubblico ha scelto il nostro cinema».

Vittoria Puccini: “La sala amplifica tutto”

Tra le protagoniste di Follemente, anche Vittoria Puccini ha ribadito l’importanza dell’esperienza in sala: «Sicuramente la sala cinematografica amplifica tutto: si ride di più, si piange di più, si riflette di più, perché è un’esperienza condivisa. Ti lascia qualcosa di molto forte, molto potente, a cui non dobbiamo rinunciare per nessun motivo».

Greta Scarano: “Serve più cultura”

Un’altra voce potente è quella di Greta Scarano, premiata per la miglior opera prima: «In generale penso che si debba fare comunque di più per la cultura. È difficile trovare i fondi per realizzare un film, e ancora più difficile farlo emergere in sala anche se è valido. Servirebbe che le istituzioni si prendessero cura della cultura a tutti i livelli. Serve la cultura, perché serve per il nostro futuro, per la nostra umanità».

Celeste Dalla Porta: “Partenope è diva”

Infine, emozione pura con Celeste Dalla Porta, protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino: «Dentro mi porto tutto quanto fatto nel film, tutto l’immaginario che Paolo ha raccontato nella sua sceneggiatura e che poi è diventato film. Questo lungo viaggio che sento non finirà mai. Mi manca molto Napoli, quelle immagini, il golfo, il mare, i profumi, i colori e la libertà di quella città». Alla domanda se si senta una diva dopo tanto successo risponde con imbarazzo: «No… Partenope è diva. Il personaggio è un po’ diva. Io non so se mi sento diva, ma lei sicuramente lo è».

 

 ​ Read More 

​ 

VIRGO FUND

PRIMO PIANO