AGI – Potrebbero essere tra 100 e 110 le persone a bordo dei due barconi – secondo i superstiti – naufragati al largo di Lampedusa.
I sopravvissuti
I 61 sopravvissuti, già trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola dopo lo sbarco, hanno iniziato a fornire le prime ricostruzioni ai medici, psicologi e operatori dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa), assistiti da mediatori culturali. Uno dei due barconi è stato individuato già capovolto a circa 13 miglia dall’isola, da un elicottero della Guardia di Finanza. L’allarme è scattato immediatamente: in zona sono intervenute diverse motovedette della Guardia Costiera, delle Fiamme Gialle e di Frontex. Le ricerche dei dispersi proseguono via mare e via cielo, con l’impiego di motovedette ed elicotteri.
Le vittime
Tra i primi corpi recuperati e già trasferiti nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, a Lampedusa, ci sono quelli di una neonata, due uomini adulti, tre donne – di cui una minorenne – e due adolescenti di sesso maschile. A seguire lo sbarco, al molo Favarolo, di altre cinque salme. Sarebbero una ventina i cadaveri accertati. Intanto, quattro dei 61 superstiti del naufragio, subito dopo l’approdo, sono stati accompagnati al poliambulatorio dell’isola per accertamenti medici. Secondo quanto si apprende dai primi riscontri clinici, le loro condizioni non destano preoccupazione. Le operazioni di soccorso e recupero continuano, mentre restano ancora da localizzare i dispersi che dovrebbero essere almeno venti.
Il ministro dell’Interno
Sulla vicenda è intervenuto Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, che su X ha scritto: “”Questo drammatico episodio conferma, ancora una volta, l’urgenza di prevenire, sin dai territori di partenza, i pericolosi viaggi in mare e di combattere senza tregua lo spietato affarismo dei trafficanti di esseri umani che alimenta questo fenomeno”. “La tragedia di oggi – ha sottolineato il titolare del Viminale – è avvenuta nonostante la presenza di un dispositivo di soccorso in prontezza operativa, composto da diversi assetti nazionali e unità navali private. E’ nostro dovere continuare, con determinazione e fermezza, a contrastare questo vergognoso commercio di vite umane e a proteggere chi rischia di esserne vittima”.
I leader di Avs
“Continuate pure a non organizzare un servizio delle Istituzioni europee ed italiane di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Continuate pure a criminalizzare le Ong che salvano gli esseri umani, e continuate pure a mandare le loro imbarcazioni a sbarcare i naufraghi salvati nei porti più lontani possibile.
Continuate pure a proteggere e a foraggiare i trafficanti libici. Continuate pure a pavoneggiarvi di statistiche fasulle sull’aver impedito sbarchi di migranti. Continuate pure a fare tutto questo, voi del governo Meloni, ma questa sera quando tornate a casa evitate di guardarvi allo specchio ed evitate di giocare con i vostri bambini. Perché anche i morti di oggi al largo di Lampedusa sono sulla vostra coscienza”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra. “Il mio pensiero e il mio cordoglio vanno alle oltre venti persone che hanno perso la vita nel naufragio di oggi davanti a Lampedusa e ai dispersi di cui ancora non si hanno notizie. In queste ore difficili esprimo vicinanza ai superstiti, a chi ha perso i propri cari e a chi sta ancora cercando di salvarli, come la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza. Queste tragedie non sono fatalità: sono il risultato di scelte politiche precise. Il governo Meloni, con leggi ingiuste e disumane, ostacola le operazioni di ricerca e soccorso in mare, sequestra le navi e persino gli aerei delle Ong, impedendo a chi salva vite di intervenire tempestivamente. Negare il soccorso significa condannare a morte. Serve abrogare subito queste norme e ripristinare un sistema di salvataggio rapido e coordinato, per evitare che il Mediterraneo continui a essere una tomba a cielo aperto”. Lo dice Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.