AGI – Nel 2024 in Italia sono scomparse in media 68 persone al giorno, 13 in meno rispetto al 2023. E sempre rispetto all’anno precedente, è cresciuto il numero dei ritrovamenti. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione annuale relativa al 2024, curata dall’Ufficio del commissario straordinario del governo per le persone scomparse, Saverio Ordine.
Dal report emerge “una positiva inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti”. Per la prima volta dal 2021 si registra una significativa diminuzione delle denunce di scomparsa: l’anno scorso ne state presentate complessivamente 24.705, in calo del 15,7% rispetto al 2023. Le persone ritrovate sono state 14.628, dato che, rispetto al 2023, fa segnare un +3,3% se rapportato alle persone scomparse nel corso dello stesso anno e un +13,7% considerando tutti i ritrovamenti, indipendentemente dalla data della scomparsa. I casi ancora attivi alla data del 31 dicembre risultano 10.077.
Sesso, età e nazionalità
L’anno scorso il numero di denunce di donne scomparse è pressoché invariato rispetto all’anno precedente (5.854 nel 2024, una denuncia su quattro, 5.857 nel 2023): il decremento del numero complessivo di denunce nel 2024 è determinato quindi dai soggetti di sesso maschile. Si conferma rilevante l’incidenza dei cittadini stranieri, la cui scomparsa nel 2024 ha riguardato il 58,6% delle denunce, con una percentuale ancora più alta tra i minorenni, che rappresentano il 72,7% dei casi tra gli under 18.
Complessivamente, sono diminuite significativamente le denunce di scomparsa dei minorenni (14.334, il 36,5% in meno dell’anno precedente) mentre è rimasto stabile il numero di scomparse registrate per persone in età lavorativa e per quelle fino agli 80 anni. Si rileva un leggero incremento delle denunce per i grandi anziani, che incidono solo per circa l’1% del totale ma che rispetto al 2023 sono aumentate del 24%, da 270 a 335. Come nel 2023, quattro ultraottantenni su cinque sono stati ritrovati.
Scomparse ripetute
Resta ancora consistente il numero delle scomparse ripetute, che si verifica quando una singola persona viene denunciata come scomparsa e successivamente ritrovata più volte in un dato periodo di riferimento. Durante l’anno, difatti, pur essendo stati registrati complessivamente 24.705 eventi di scomparsa, il numero effettivo di individui coinvolti è stato di 21.291, poiché 1.987 persone (il 9,3% degli scomparsi) hanno generato da sole 5.401 segnalazioni (quasi il 22% del totale delle denunce); per l’85,5% delle volte i fenomeni ripetuti hanno riguardato minorenni.
Tempi di ritrovamento
Dalle statistiche relative all’anno scorso, la conferma che la maggior parte dei rintracci avviene entro la prima settimana dalla denuncia (il 75%) e con un risultato in molti casi (il 60%) particolarmente rapido, vale a dire entro le 24/72 ore: un dato che “testimonia l’efficacia del sistema di ricerca e l’importanza della tempestività della denuncia di scomparsa con il conseguente avvio delle ricerche”. La stessa considerazione vale per le scomparse dei minorenni. Ai 14.628 ritrovamenti del 2024 – segnala ancora il report – vanno aggiunti 3.276 rintracci di persone la cui scomparsa era stata denunciata negli anni precedenti: questo dato positivo risulta in crescita del 108%, più del doppio, rispetto ai 1.573 ritrovamenti avvenuti nel 2023, riferiti sempre a persone scomparse in anni precedenti.
Fattori di miglioramento
Nel complesso, il miglioramento dei dati delle denunce e dei ritrovamenti è riconducibile, secondo l’analisi dell’Ufficio del commissario, a diversi fattori: “il rafforzamento – anche in termini di formazione del personale impiegato – delle tecniche di ricerca”, “l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione“, “l’attenzione crescente verso le fasce più vulnerabili, minori, anziani, persone con disabilità cognitive”. A ciò si aggiungono “i benefici derivanti e ulteriormente attesi dai processi di digitalizzazione in corso e dalla diffusione dei protocolli regionali per l’identificazione delle persone decedute senza identità”.
La relazione pone in evidenza anche “l’impegno e il ruolo garantito nelle diverse fasi da prefetture e forze dell’ordine e sottolinea il dialogo costante realizzato con le associazioni del Terzo settore, attraverso strumenti come la Consulta nazionale e i Tavoli tecnici”.