giovedì, Luglio 31, 2025
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Oltre 5,7 milioni di italiani vivono in zone a rischio frane

AGI – Aumenta del 15% la superficie del territorio italiano a pericolosità per frane dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), passando dai 55.400 km² del 2021 ai 69.500 km² del 2024, pari al 23% del territorio nazionale. Questo secondo quanto emerge dal quarto Rapporto Ispra sul “Dissesto idrogeologico in Italia” – Edizione 2024, lavoro triennale dell’Istituto presentato questa mattina a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Gli incrementi di territorio a pericolosità per frane più significativi si rilevano nella Provincia Autonoma di Bolzano (+61,2%), Toscana (+52,8%), Sardegna (+29,4%) e Sicilia (+20,2%), dovuti principalmente a studi di maggior dettaglio effettuati dalle Autorità di bacino distrettuali e dalle Province autonome. Le aree classificate a pericolosità elevata (P3) e molto elevata (P4), dall’8,7% passano al 9,5% del territorio nazionale.

Nel 2024, il 94,5% dei comuni italiani era a rischio frana, alluvione, erosione costiera o valanghe.

Situazione delle coste e spiagge

Migliora invece la situazione delle spiagge italiane: sul fronte dell’erosione costiera risultano più i tratti in avanzamento (+30 km) rispetto a quelli in erosione. Tra il 2006 e il 2020 oltre 1.890 km di spiagge hanno subito cambiamenti >5 m nella linea di riva, pari al 23% della costa italiana, equivalenti al 56% delle sole spiagge, con 965 km in avanzamento e 934 km in erosione.

Questa inversione di tendenza è attribuibile agli sforzi di mitigazione del dissesto costiero con interventi di ripascimento e opere di protezione.

Eventi climatici estremi nel triennio

Il triennio 2022‑2024 è stato segnato da eventi idro-meteorologici di eccezionale intensità: esondazioni diffuse nelle Marche (settembre 2022), colate rapide nell’isola di Ischia (novembre 2022) con 12 morti, alluvioni in Emilia-Romagna (maggio 2023) con danni stimati in 8,6 miliardi di euro, intense precipitazioni in Valle d’Aosta e Piemonte settentrionale (giugno 2024) con effetti rilevanti su esondazioni e colate detritiche.

I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza di piogge intense e concentrate, con conseguente incremento di frane superficiali, colate rapide di fango e detriti, alluvioni e flash flood, anche in territori storicamente meno esposti.

Frane censite e popolazione a rischio

L’Italia si conferma tra i Paesi europei più esposti al rischio frane. Al 2024, sono oltre 636.000 le frane censite nel territorio nazionale, secondo l’Inventario realizzato da Ispra insieme a Regioni, Province autonome e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA).

Circa il 28% di queste frane presenta dinamiche estremamente rapide e elevato potenziale distruttivo, con conseguenze spesso drammatiche, inclusa la perdita di vite umane.

Nel 2024 la popolazione a rischio frane in Italia è pari a 5,7 milioni di abitanti, di cui 1,28 milioni residenti in aree a maggiore pericolosità (P3 e P4), pari al 2,2% della popolazione totale. Oltre 582.000 famiglie, 742.000 edifici, quasi 75.000 unità locali di impresa e 14.000 beni culturali sono esposti a rischio in queste zone.

Direttiva alluvioni e aggiornamento mappe

Sul fronte delle alluvioni, il Rapporto descrive il terzo ciclo di gestione (2022‑2027) della Direttiva Alluvioni che porterà all’aggiornamento, previsto per il 2026, delle mappe di pericolosità e rischio alluvioni.

Rischio valanghe in montagna

Per quanto riguarda le valanghe, la superficie potenzialmente soggetta a fenomeni valanghivi è di 9.283 km², pari al 13,8% del territorio montano sopra gli 800 metri di quota.

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