martedì, Luglio 15, 2025
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Osservare gli altri mangiare può indurre a esagerare con il cibo

AGI – Osservare altri individui mangiare può indurre a un eccesso di cibo, anche in assenza di fame. Lo rivela uno studio condotto da Yong Xu e colleghi presso il Baylor College of Medicine, presentato al congresso ENDO 2025 della Società Endocrina. La ricerca ha utilizzato un modello murino per indagare i meccanismi cerebrali che sottendono questo comportamento, con implicazioni importanti per la comprensione e la prevenzione dell’obesità.

Le caratteristiche dello studio

Nel corso dello studio, 14 topi sono stati suddivisi in due gruppi: il gruppo A è stato sottoposto a digiuno notturno o alimentato normalmente prima del test, mentre il gruppo B è stato sempre alimentato regolarmente. I topi sono stati accoppiati in base a informazioni genetiche e parentali e posizionati in gabbie separate ma vicine, in modo da potersi osservare senza contatto fisico.

La quantità di cibo consumata è stata misurata ogni ora per quattro ore, utilizzando diverse diete contenenti cibi ad alto contenuto di grassi e saccarosio. In un esperimento successivo, i topi del gruppo B hanno ricevuto iniezioni di soluzione salina, di un inibitore del recettore della dopamina D1, SCH23390, o di un inibitore del recettore della dopamina D2, Eticlopride, prima del test, per valutare il ruolo del sistema dopaminergico nel comportamento alimentare osservato.

I risultati

I topi sazi che osservavano i loro conspecifici digiuni mangiare non aumentavano il consumo complessivo di cibo né di alimenti grassi. Tuttavia, mostravano un incremento significativo nell’assunzione di saccarosio durante la prima ora di osservazione, sia negli esperimenti iniziali sia in quelli ripetuti. Questo aumento nell’assunzione di zuccheri è persistito dopo iniezioni di soluzione salina, ma è stato bloccato dagli inibitori dei recettori dopaminergici D1 e D2.

Secondo Xu, questo studio dimostra che il semplice atto di osservare un altro individuo mangiare, specialmente cibi appetitosi, può indurre a un comportamento di sovralimentazione anche in assenza di fame fisiologica. Il sistema di ricompensa cerebrale mediato dalla dopamina gioca un ruolo cruciale in questo fenomeno, spiegando come segnali ambientali e sociali possano influenzare le abitudini alimentari.

I risultati supportano gli sforzi di salute pubblica volti a limitare l’esposizione a stimoli visivi legati al cibo, come quelli presenti nei media e nei contesti sociali, per aiutare le persone a gestire meglio il proprio peso e le proprie abitudini alimentari. Inoltre, il modello animale sviluppato apre la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici mirati al sistema dopaminergico per prevenire o ridurre l’eccesso di cibo.

Lo studio fornisce una base biologica per comprendere come fattori sociali e ambientali possano contribuire all’obesità e suggerisce che una maggiore consapevolezza di tali meccanismi potrebbe aiutare a migliorare le strategie di prevenzione e trattamento. Ulteriori ricerche sono necessarie per tradurre questi risultati in interventi clinici efficaci e per esplorare in maggiore dettaglio le interazioni tra segnali sociali, sistema di ricompensa e comportamento alimentare.  

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