martedì, Ottobre 14, 2025
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Palermo dice no alla violenza. Un migliaio in corteo per ricordare Paolo Taormina

AGI – A Palermo i sindacati Cgil, Cisl e Uil manifestano per dire no alla violenza dopo l’omicidio di Paolo Taormina con un corteo che da piazza Verdi arriverà sotto la prefettura. Un corteo che vede la partecipazione di molte famiglie e di tanti ragazzi, molti coetanei del ventenne commerciante ucciso nella notte tra sabato e domenica nel capoluogo siciliano. E al grido “Paolo è qui” esplode un lungo, commovente, applauso. Alcune donne indossano magliette sulle quali sono stampate la foto del ragazzo o la scritta “Poteva essere mio figlio”.

“Chiediamo la presenza delle forze dell’ordine e chiediamo un esercito di insegnanti e assistenti sociali”, ha detto il segretario della Cgil Palermo, Mario Ridulfo. Qualche migliaio di persone sfila in silenzio dietro lo striscione “Basta violenza, basta illegalità” e dietro le foto dei ragazzi uccisi negli ultimi mesi tra Monreale e Palermo.

Sarà al PalaOreto di via Santa Maria di Gesù a Palermo la camera ardente per Paolo. L’amministrazione comunale, attraverso l’assessore allo Sport Alessandro Anello, si occuperà del coordinamento dell’allestimento sulla base delle tempistiche dettate dall’Autorità giudiziaria.

Cracolici, “offensiva del crimine organizzato”

“C’è un’offensiva della criminalità organizzata, studiata almeno sul piano culturale: non c’e’ solo il bullismo. Dietro c’e’ anche una cultura della prepotenza e della mafiosità che torna ad avere cittadinanze e attrattivita’ nelle nostre borgate e nei nostri quartieri”. Antonello Cracolici, presidente della Commissione antimafia dell’Ars, ragiona sull’omicidio del ventunenne Paolo Taormina mentre sfila nel corteo dei sindacati a Palermo. “C’è una paura – prosegue – che si sta diffondendo in tanti luoghi della nostra città: io credo che abbiamo il dovere di alzare lo sguardo e non pensare che sia il fenomeno di qualche bullo di borgata. A Palermo come a Monreale, non credo che Cosa nostra abbia ordinato di andare a sparare ma credo che l’organizzazione mafiosa abbia una fascinazione molto preoccupante e che dobbiamo in qualche modo spezzare prima che la situazione diventi più grave”. 

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