AGI – “Oggi la violenza bellica sembra abbattersi sui territori dell’Oriente cristiano con una veemenza diabolica mai vista prima”. Lo ha denunciato Papa Leone XIV incontrando in Vaticano i membri delle Agenzie della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco) al termine della sessione annuale di lavori, dopo che in questi giorni ha partecipato con dolore al dramma dei cristiani in Siria, colpiti dal grave attentato alla chiesa ortodossa di Sant’Elia a Damasco, e più volte ha lanciato appelli perché siano distribuiti gli aiuti umanitari alla popolazione stremata.
Le cause dei conflitti
A guidare la delegazione, il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Nel suo discorso, il Papa ispano-americano ha analizzato le cause di questi conflitti, indicando il traffico di armi come fattore che alimenta le guerre. “Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?”.
Il dramma delle risorse sprecate
“La gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti!”, ha sottolineato. “È veramente triste – ha confidato il nuovo Pontefice ai membri del Roaco – assistere oggi in tanti contesti all’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi. È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza”.
Terre insanguinate e senza respiro
Il riferimento è alla guerra che insanguina queste terre, dall’Ucraina alla “situazione tragica e disumana di Gaza” e a tutto il Medio Oriente. Guerra che “avvolge in una cappa d’odio” e che, sebbene abbia storicamente segnato queste regioni, ora si accanisce con una forza perversa.
Una speranza contro la devastazione
“Grazie perché, insieme ai vostri benefattori, seminale speranza nelle terre dell’Oriente cristiano, mai come ora sconvolte dalle guerre, prosciugate dagli interessi, avvolte da una cappa di odio che rende l’aria irrespirabile e tossica”, ha detto inoltre Leone XIV.
La bombola di ossigeno delle Chiese Orientali
“Voi – ha osservato – siete la bombola di ossigeno delle Chiese Orientali, sfinite dai conflitti. Per tante popolazioni, povere di mezzi ma ricche di fede, siete una luce che brilla nelle tenebre dell’odio. Vi prego, col cuore in mano, di fare sempre tutto il possibile per aiutare queste Chiese, così preziose e provate. La storia delle Chiese cattoliche orientali è stata spesso segnata dalla violenza subita; purtroppo non sono mancate sopraffazioni e incomprensioni pure all’interno della stessa compagine cattolica, incapace di riconoscere e apprezzare il valore di tradizioni diverse da quella occidentale”.
Smascherare le cause dei conflitti
“Siamo chiamati noi tutti, umanità, a valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione. La gente non può morire a causa di fake news”, ha scandito il Pontefice.
Segni di Vangelo nel deserto
“Cari amici della Roaco, nel vostro lavoro voi vedete, oltre a molte miserie causate dalla guerra e dal terrorismo, penso al recente terribile attentato nella chiesa di Sant’Elia a Damasco – ha aggiunto Papa Prevost – anche fiorire germogli di Vangelo nel deserto. Scoprite il popolo di Dio che persevera volgendo lo sguardo al Cielo, pregando Dio e amando il prossimo. Toccate con mano la grazia e la bellezza delle tradizioni orientali, di liturgie che lasciano abitare a Dio il tempo e lo spazio, di canti secolari intrisi di lode, gloria e mistero, che innalzano un’incessante richiesta di perdono per l’umanità. Incontrate figure che, spesso nel nascondimento, vanno ad aggiungersi alle grandi schiere dei martiri e dei santi dell’Oriente cristiano. Nella notte dei conflitti siete testimoni della luce dell’Oriente”.
Il potere della preghiera e della testimonianza
“Mi chiedo: da cristiani, oltre a sdegnarci, ad alzare la voce e a rimboccarci le maniche per essere costruttori di pace e favorire il dialogo, che cosa possiamo fare? Credo che anzitutto occorra veramente pregare. Sta a noi fare di ogni tragica notizia e immagine che ci colpisce un grido di intercessione a Dio. E poi aiutare, come fate voi e come molti fanno, e possono fare, attraverso di voi”, ha aggiunto Papa Leone, per il quale “c’è di più, e lo dico pensando specialmente all’Oriente cristiano: c’è la testimonianza. È la chiamata a rimanere fedeli a Gesù, senza impigliarsi nei tentacoli del potere. È imitare Cristo, che ha vinto il male amando dalla croce, mostrando un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato: uno, per paura di essere spodestato, aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe; l’altro si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell’irreparabile”, ha concluso.