AGI – L’inquinamento luminoso può rappresentare un grave pericolo per il nostro fegato anche se i meccanismi che portano a queste conseguenze non sono ancora chiari. Da qui lo studio del professor Mustafa Ozcurumez che con il suo team presso la Knappschaft Kliniken Universitätsklinikum Bochum ha avviato un progetto per determinare cosa accada esattamente nel fegato quando ci si espone troppo alla luce artificiale.
“La luce artificiale ci fa ammalare”, afferma il professor Mustafa Ozcurumez. “Ci permette di trasformare la notte in giorno. Restiamo svegli e mangiamo tardi, dormiamo a orari irregolari e restiamo principalmente in casa. Tutto questo manda in tilt il nostro intero metabolismo. Nel peggiore dei casi, se ignoriamo il nostro orologio interno per anni o decenni, questo può portare a una disfunzione metabolica associata alla steatosi epatica (in precedenza nota come steatosi epatica non alcolica).”
Il ruolo cruciale della melatonina
La melatonina svolge un ruolo chiave nel nostro sistema giorno-notte. L’ormone viene rilasciato quando fa buio, rendendoci stanchi e garantendo un sonno rilassante. Un problema: la luce blu artificiale, come quella emessa da cellulari, computer, televisori e lampioni, rende difficile raggiungere la vera oscurità di notte. “Anche a dieci lux, che è la luce emessa di notte durante la luna piena, è più difficile per il corpo produrre melatonina“, avverte Ozcurumez.
Analisi dei bioritmi e raccolta dati
Il team del ricercatore sta studiando molti altri fattori che influenzano il nostro orologio interno, come il ruolo della predisposizione genetica. Cosa accada esattamente nel corpo a seconda di come strutturiamo la nostra giornata è oggetto di uno studio in corso per il quale si stanno cercando partecipanti. In questo studio, il team sta studiando i bioritmi di soggetti con e senza steatosi epatica.
La pressione sanguigna e la temperatura corporea vengono registrate costantemente per un periodo di 24 ore e vengono prelevati campioni di sangue e saliva in momenti diversi per misurare, tra le altre cose, i livelli di melatonina e altri valori di laboratorio. Inoltre, i partecipanti compilano questionari sulle loro attività, sulle loro abitudini di sonno e sul tempo trascorso al chiuso e all’aperto. Successivamente, indossano sensori di luce per due settimane che registrano con precisione la quantità di luce, sia naturale che artificiale, che raggiunge gli occhi in ogni momento della giornata.
Metodologia sperimentale avanzata
Per poter analizzare i processi che avvengono nel fegato in modo ancora più preciso, il team ha sviluppato un apparato sperimentale in cui è possibile mantenere artificialmente fegati di maiale fuori dal corpo in una soluzione nutritiva, consentendo di studiare i processi metabolici in condizioni controllate.



