AGI – Tra le donne che soffrono di iperemesi, ovvero nausea e vomito estremi, in gravidanza, la metà ha dichiarato di aver preso in considerazione l’interruzione della gravidanza e 9 su 10 hanno preso in considerazione l’idea di non avere più figli. Lo rivela un sondaggio australiano guidato da Luke Grzeskowiak, della Flinders University, pubblicato su PLOS One.
Dettagli dello studio australiano
Lo studio, condotto tra luglio e settembre 2020, ha anche rilevato che solo la metà ha valutato i trattamenti più diffusi come efficaci. I ricercatori hanno analizzato le esperienze di 289 donne australiane attualmente o precedentemente affette da gravi nausea e vomito gravidico, NVP, o iperemesi gravidica, HG.
Conseguenze sulla qualità della vita
La ricerca ha evidenziato l’impatto profondo di tali condizioni su qualità di vita, relazioni sociali, capacità di svolgere compiti quotidiani, alimentazione, lavoro e salute mentale. Più della metà delle partecipanti ha riferito impatti gravi in queste aree, con il 62% che ha spesso o sempre sperimentato depressione o ansia a causa dei sintomi. Il 54% ha contemplato l’interruzione della gravidanza e il 90% ha considerato di non avere altri figli.
Farmaci e trattamenti utilizzati
I farmaci antiemetici più utilizzati sono stati ondansetron (91%), piridossina (62%), doxilamina (62%) e metoclopramide (61%), con ondansetron spesso usato già nel primo trimestre e come terapia di prima linea nel 55% dei casi. Gli effetti collaterali riferiti più comuni includevano cefalea, stipsi, sedazione e problemi cognitivi, con un abbandono maggiore per metoclopramide (31%) rispetto a ondansetron (14%) e doxilamina (10%).
Efficacia percepita dei trattamenti
Ondansetron, doxilamina e corticosteroidi sono risultati tra i più efficaci secondo le percezioni delle donne. Inoltre, metà delle partecipanti ha utilizzato anche terapie per la riduzione dell’acidità gastrica e trattamenti complementari o alternativi. Lo studio sottolinea una grande variabilità nelle risposte ai trattamenti e evidenzia la necessità di un approccio individualizzato alla gestione di NVP e HG per migliorare gli esiti e la qualità della vita delle pazienti.