AGI – Le Atp Finals di Torino hanno sancito (se mai ci fossero stati dubbi) il dominio assoluto della coppia Sinner-Alcaraz nel tennis maschile. Se la rivalità, che sta rasentando l’amicizia vista l’assidua frequentazione (sei finali in un solo anno, tutte al livello massimo tra Masters 1000, slam e Finals) è cosa nota, da Torino arriva la novità di un’alleanza. Una comunione di idee, probabilmente maturata durante i lunghi periodi trascorsi insieme in cui si sono confrontati i due campioni e anche i rispettivi team, che è sfociata in una decisione clamorosa, seppure, almeno nel caso dello spagnolo, giustificata con un problema fisico. La rinuncia a Coppa Davis. A ‘questa’ Coppa Davis, sia chiaro.
Lo ha detto per primo Alcaraz alle Atp Finals. E gli ha fatto eco, dando anche i dettagli del progetto, Jannik Sinner, sempre a Torino. Nel mirino dei due campioni la formula di quella che è considerato il campionato mondiale per nazioni. Una formula che Paolo Bertolucci, uno che di Davis se ne intende avendone vinta una storica con l’Italia nel 1976 (e perse altre tre in finale in quattro anni), ritiene “assurda” e che, parlando con l’AGI, ha detto che ormai “la Coppa Davis è morta da 30 anni”.
La Coppa Davis per tre anni a Bologna
La formula criticata prevede le qualificazioni e poi una sessione con otto nazioni nel Final Eight da disputarsi per tre anni sempre nella stessa città (tre a Malaga – di cui due edizioni vinte dall’Italia – e da quest’anno al 2027 a Bologna) come ultimo appuntamento dell’anno. Quando i tennisti sono stanchissimi, i migliori otto del mondo hanno appena disputato le Atp Finals e le vacanze attese per undici mesi sono alle porte.
Sinner critica il calendario
Lo ha detto chiaramente Jannik Sinner a Torino: “Con questo calendario della Coppa Davis è molto difficile avere ogni anno, da ogni Paese, i migliori giocatori del mondo”. Non a caso dopo il suo annuncio che non avrebbe partecipato a questa edizione, è stato seguito a ruota da come Lorenzo Musetti e, oggi, da Carlos Alcaraz. Quest’ultimo ha comunicato la rinuncia dando la colpa a un (vero o presunto) piccolo infortunio a seguito della finale di Torino: “Ho un edema al bicipite femorale destro e il medico mi ha consigliato di non gareggiare – ha detto – torno a casa con il cuore pesante”.
Contro la nuova formula i più forti del mondo
Ai numeri 1 e 2 del mondo, si deve aggiungere anche il numero 3, Alexander Zverev, che confermando la sua presenza, ha comunque liquidato in maniera sprezzante la Davis: “Così com’è è solo un’esibizione inutile – ha detto – parteciperò solo perché me lo hanno chiesto i miei compagni e so che loro ci tengono”. Una vera e propria rivolta che parte dall’alto e che trova consensi anche in molti commentatori. Sempre Bertolucci ha spiegato che “è una formula assurda e i giocatori preferiscono non andarci”.
La scelta della sede con la monetina
Cosa propongono i campioni per assicurare la propria presenza e dare finalmente un peso a questa Coppa Davis? “Mi piacerebbe vedere in futuro questa competizione in due anni, così si potrebbero anche organizzare le semifinali all’inizio dell’anno e la finale alla fine dell’anno”, ha spiegato Sinner. L’altoatesino ha poi criticato anche la scelta di giocare la Final Eight in una sola città: “Si dovrebbe giocare la finale da qualche parte, perché è anche bello poter scegliere. Magari facendo il lancio della moneta e poi giocare in questo stadio e vendere i biglietti”, ha spiegato, sottolineando che “può succedere che l’Australia giochi contro gli Stati Uniti il prossimo anno, magari a Bologna” senza che il pubblico sia effettivamente presente visto che si gioca dall’altra parte del mondo.
La proposta: giocare la Coppa Davis ogni due anni
Pur ammettendo che “ci sono molte dinamiche dietro che io, personalmente, forse non conosco“, la proposta di Sinner (e Alcaraz) è stata sintetizzata dall’italiano così: “Giocare la Coppa Davis in due anni perché in due anni si possono organizzare grandi partite con grandi sedi e renderla ancora più grande”.
Binaghi: proposta non sostenibile economicamente
Malgrado venga da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, con l’avallo di Alexander Zverev (e di molti altri), l’idea di fare una Coppa Davis biennale, Angelo Binaghi a margine della conferenza finale delle Atp Finals ha spiegato che “la proposta non è sostenibile economicamente, per cui difficilmente sarà accolta”. Il presidente della Fitp fa un ragionamento ampio in cui prevale l’aspetto finanziario su quello sportivo: Binaghi, forte dell’extra-gettito delle Atp Finals 2025 di Torino ha sfiorato i 600 milioni di euro, già pregusta altri record nel trienni bolognese. Se si tornasse indietro nessuno garantirebbe all’Italia queste entrate.
Cresce l’onda dei contrari alla nuova Davis
Eppure sta crescendo sempre più l’ondata anti-nuova Davis che vede scendere in campo i campionissimi del presente e anche quelli del passato la cui voce è comunque molto forte: Ion Tiriac ha detto che ”cambiando il format hanno rovinato 120 anni di tradizione” e che “dovrebbero esser condannati a vita per quello che hanno fatto”. John McEnroe ha aggiunto: “E’ uno spettacolo tristre, molto più interessante la Laver Cup”.
E poi, ovviamente, Paolo Bertolucci: Hanno assolutamente ragione i tennisti, bisognerebbe renderla biennale o triennale, come i mondiali di calcio. Non puoi farla ogni anno perché è una formula assurda e i giocatori preferiscono non andarci”.



