mercoledì, Luglio 9, 2025
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Pubblicità ingannevole in tv, Lidl condannata in Francia

AGI – La Corte d’Appello di Parigi ha ordinato alla catena di supermercati Lidl di pagare 43 milioni di euro a Intermarché per pubblicità illegali trasmesse per quasi sette anni in televisione perché i prodotti pubblicizzati non erano sufficientemente disponibili nei negozi. Lo rende noto AFP che ha potuto visionare la sentenza.

Il rivenditore tedesco è ritenuto responsabile di pratiche commerciali ingannevoli a causa della trasmissione, per diversi anni, di spot televisivi che presentavano promozioni per prodotti “senza garantirne la disponibilità per un periodo di 15 settimane in tutti i suoi negozi”, che è richiesto dalla legge.

Concorrenza sleale e spot ingannevoli

Si tratta di “atti di concorrenza sleale” nei confronti del suo concorrente Intermarché “che danno diritto al risarcimento”, si legge nella decisione.

Gli spot pubblicitari denunciati – 374 tra il 2017 e il 2023 per un importo di 584 milioni di euro, secondo la decisione – “promuovono prodotti presentati a un prezzo interessante, attraverso l’uso del prodotto in loco e un’esposizione all’ingrosso del prezzo”, descrive il tribunale.

La strategia di Lidl e la condanna

Ma di fronte alla difficoltà di rifornire tutti i suoi oltre 1.500 negozi francesi per almeno quindici settimane – cosa prevista dalla legge – Lidl aveva adottato un altro metodo, per il quale è stata condannata: esporre una menzione “Supermercati interessati su LIDL.FR” alla fine di ogni spot televisivo, prima per iscritto, poi dal 2021 in voice-over.

Ma “la Corte osserva che questa menzione non appare negli annunci pubblicitari in modo molto evidente, nella misura in cui appare sullo schermo solo per pochi secondi, in caratteri piccoli, e in fondo, a destra”, quindi è “suscettibile di passare inosservata al consumatore o quantomeno di essere fraintesa”, spiega l’istituzione giudiziaria.

Inoltre, “diffondendo questi annunci pubblicitari, la società Lidl era anche consapevole di non garantire la disponibilità dei prodotti, per un periodo sufficiente, in tutti i negozi, che è sufficiente a caratterizzare l’elemento intenzionale delle violazioni“.

Effetti sulla concorrenza e sanzioni

Questi 43 milioni di euro di risarcimento compensano così il danno subito dalla società Intermarché, il tribunale riconosce che “a causa della natura illegale delle pubblicità, non sarà in grado di utilizzare le stesse armi della società Lidl con mezzi legali, e che queste pubblicità televisive combinate con le tradizionali pubblicità istituzionali hanno un forte effetto sulla fedeltà, aumentando così il costo delle campagne pubblicitarie per riconquistare i clienti”.

Il tribunale vieta inoltre a Lidl di trasmettere pubblicità televisive di prodotti promozionali che non sarebbero disponibili per un periodo di quindici giorni in tutti i punti vendita, e prevede una sanzione di 10.000 euro per ogni infrazione riscontrata in caso di mancato rispetto.

Il conflitto legale continua

La società ITM (responsabile della politica commerciale del Groupement des Mousquetaires, di cui fanno parte Intermarché e Netto) aveva citato in giudizio Lidl nel 2019 ed era stata respinta in primo grado il 30 maggio 2022, prima di presentare ricorso.

Contattata da AFP, Intermarché non ha voluto commentare, mentre Lidl non ha ancora risposto alle richieste.

Precedenti e conseguenze economiche

Il discount deciderà di ricorrere in Cassazione? Nel 2020 questa strategia non ha avuto successo: la Corte di Cassazione gli ha ordinato di pagare 4 milioni di euro a Carrefour e 3,7 milioni a Intermarché, che lo aveva citato in giudizio, già per mancato rispetto della legge sulla pubblicità televisiva.

Il pagamento dei 43 milioni di euro è il benvenuto per Intermarché, che è in procinto di digerire le acquisizioni di Casino e, più recentemente, della belga Colruyt.

Per Lidl, è probabile che l’operazione sia più dolorosa. Secondo il media specializzato LSA, Lidl France ha perso denaro in Francia negli ultimi due esercizi finanziari, 72 milioni di euro nel 2023-2024 e 9 milioni nel 2024-2025.

Scontro sugli slogan

I due distributori si stanno scaricando la responsabilità sul campo legale. Secondo il media L’Informer, “Lidl si batte da due anni, presso il Tribunale Commerciale di Parigi, per contestare lo slogan” di Intermarchéproduttori e commercianti” ritenendo che “inganni i consumatori” riuscendo a far credere alla gente “che Intermarché funzioni senza intermediari”.

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