AGI – Vladimir Putin alza i toni e parlando dell’uso delle armi a lungo raggio sul territorio russo mette in guardia gli occidentali: se lo permetteranno, ha detto, saranno in guerra con la Russia. La questione è all’ordine del giorno fra gli alleati dell’Ucraina, che hanno fornito le armi in questione ma si sono raccomandati, nel caso dell’Italia e di altri Paesi, di utilizzarli solo per difendere il Paese senza uscire dai confini.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto invece una maggiore libertà di utilizzo dei missili Storm Shadow consegnati dal Regno Unito e degli ATACMS forniti dagli Stati Uniti, armi con una gittata massima di diverse centinaia di chilometri che le permetterebbero di raggiungere i siti logistici dell’esercito russo e gli aeroporti da cui decollano i bombardieri della Federazione.
Anche oggi, il leader ucraino ha criticato il ritardo dell’Occidente, che, ha accusato, hanno permesso alla Russia “di spostare più in profondità i suoi obiettivi militari”. Dopo la visita a Kiev ieri, intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken era oggi in Polonia, mentre domani negli Usa il premier britannico Keir Starmer vedrà il presidente Joe Biden.
Intanto l’esercito russo, che non ha smesso di avanzare nel Donbass, ha anche lanciato una controffensiva sulla regione di Kursk, e ha dichiarato di aver riconquistato alcune località che nei primi giorni dell’offensiva di Kiev erano state conquistate dagli ucraini. Per il momento Washington non ha annunciato alcun cambiamento nelle regole per l’utilizzo dei missili consegnati all’Ucraina, ma sta valutando se deciderne.
Per quanto riguarda le accuse all’Iran di avere fornito armi alla Russia, oggi Teheran ha convocato gli ambasciatori di alcuni Paesi alleati dell’Ucraina: Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Germania. Criticando l’approccio ostile dell’Occidente “nei confronti della nazione iraniana”, il ministero degli Esteri ha smentito che siano stati venduti missili balistici a Mosca.
Intanto, il ministero dell’Interno russo ha pubblicato una lista di giornalisti stranieri ricercati con l’accusa di avere attraversato illegalmente il confine al seguito delle forze armate ucraine lo scorso agosto, durante l’offensiva di Kiev nella regione di Kursk. Fra di loro, ci sono anche la giornalista e l’operatore della Rai, Stefania Battistini e Simone Traini. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia “per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno Russo”.