venerdì, Luglio 4, 2025
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Quando la sola Toscana valeva il raddoppio degli Usa

AGI – L’altro “4 luglio” degli Stati Uniti è del 1803, quando viene annunciato l’acquisto dalla Francia della Louisiana, per 15 milioni di dollari oro. L’accordo era stato raggiunto già ad aprile, ma era stato tenuto segreto. Addirittura segretissimo, invece, il trattato di San Ildefonso del I ottobre 1800 che la stessa Francia rivoluzionaria aveva stipulato con la Spagna per riprendersi i territori americani persi con la guerra dei Sette anni, come sancito dal trattato di Fontainebleau del 1762. Una storia contorta e dagli aspetti sconcertanti, espressione della diplomazia di quei tempi turbolenti, ma estremamente affascinante per i giochi da una parte all’altra dell’Atlantico. Tant’è che quando gli Usa presero possesso di territori che raddoppiavano di colpo la superficie della giovane repubblica, le autorità della corona spagnola nel Nuovo mondo rimasero totalmente spiazzate dalle pretese di Washington, perché continuavano ad amministrarli all’insaputa del vorticoso giro di trattati. 

I territori dal Montana al Golfo del Messico offerti a 15 milioni di dollari 

La Louisiana dell’Ottocento non aveva i confini dello stato contemporaneo, ma comprendeva l’intera fascia centrale verticale degli attuali Stati Uniti che scendeva dal Montana e dal North Dakota fino al Golfo del Messico. I francesi ne aveva avuto il controllo nel XVII e metà del XVIII secolo, più con finalità di contrasto dell’Inghilterra che di diffusa colonizzazione. Con l’avvento di Napoleone e i rimescolamenti in Europa con il vento della rivoluzione francese del 1789, che seguiva peraltro l’avvento sulla scena della storia della repubblica americana frutto della ribellione indipendentista delle ex colonie, la Louisiana veniva ad assumere un ruolo non secondario. La cessione alla Spagna aveva provocato nell’ultima decade del Settecento malcontento sia tra i coloni francofoni che si erano appellati alla madrepatria, sia tra gli schiavi neri. Le difficoltà di Madrid erano accentuate dalla pressione militare e politica francese, e così Napoleone ritenne giunto il momento di imporre la sua volontà, per ottenere non solo l’appoggio della flotta iberica nel Mediterraneo contro l’Inghilterra, ma anche i territori americani della Louisiana e della Nuova Orléans. E così si pervenne alla firma del trattato di San Ildefonso. 

Il Regno d’Etruria in contropartita di 2.144.500 km² 

Napoleone, a ogni modo, non intendeva affatto impegnare nuovamente la Francia con le colonie americane, poiché i suoi disegni strategici e di potere riguardavano tutti l’Europa. Alla Spagna promise una compensazione in Italia, come pretendeva in contropartita il re Carlo IV il quale voleva un possedimento per il genero Ludovico I di Borbone, figlio di Ferdinando I di Parma e Maria Amalia d’Austria, che proprio la Francia aveva privato del Ducato di Parma. Formalmente questa nuova realtà era stata ipotizzata nella Toscana, nelle tre legazioni romane o in una qualsiasi altra provincia italiana, come prevedeva espressamente il testo. Tanta indeterminazione faceva il paio con l’indeterminatezza dei confini della Louisiana che si estendeva per 2.144.500 km², ma la Spagna si cautelò con la clausola della cessione solo dopo che la Francia avesse stabilito quali territori italiani avrebbe assegnato a Ludovico.

L’accordo con l’imperatore d’Austria per sbloccare la compravendita 

Questo fu deciso il 9 febbraio 1801 (trattato di Lunéville) con un accordo tra l’imperatore dei francesi e l’imperatore d’Asburgo-Lorena Francesco II sul Regno d’Etruria, che sostituiva il Granducato di Toscana, con sul trono Ludovico I che in cambio rinunciava ai diritti sul Ducato di Parma annesso dalla Francia. Si sbloccava così anche la Louisiana, col trattato di Aranjuez del 21 marzo che confermava e rendeva operativo quello di San Ildefonso. Parigi, pour assumendo nominalmente la proprietà, decise di lasciare le cose come stavano dal punto di vista amministrativo. E così quando Napoleone vendette i territori americani al presidente Thomas Jefferson, le locali autorità spagnole rimasero del tutto spiazzate dalle rivendicazioni di Washington, sia per aver scoperto l’esistenza del trattato di San Ildefonso, sia per l’indeterminatezza dei confini. Le trattative tra Washington e Parigi si erano protratte per due anni. In origine l’interesse americano era per la sola New Orleans, per la quale avevano stanziato dieci milioni di dollari. Ma all’improvviso Napoleone aveva rilanciato offrendo la Louisiana per 15. In realtà, per una questione di debiti, l’esborso degli Usa raddoppierà a 23 milioni di dollari oro rispetto alla cifra pattuita, e non senza feroci polemiche politiche e persino d’ordine costituzionale. Ma era evidente che quell’acquisto fosse un affare da ogni punto di vista, non solo perché in un solo colpo raddoppiava la superficie degli Stati Uniti di allora (oggi quei territori coprono poco meno di un quarto dell’intero Paese). 

La Francia imperiale sopprime il trono assegnato a Ludovico I 

Il Regno d’Etruria che era la contropartita che aveva reso possibili le grandi manovre americane, sarà effimero. D’altronde era servito tatticamente a Napoleone solo per poter condurre l’operazione strategica americana. Il re Ludovico I morirà nel 1803 e il trono sarà affidato al figlio Carlo Ludovico sotto la reggenza della madre. Nel 1807 col trattato di Fontainebleau verrà soppresso e annesso dalla Francia che lo dividerà in tre dipartimenti. Con la caduta dell’impero francese e la restaurazione verrà ripristinato il Granducato di Toscana, che finirà con la seconda guerra d’indipendenza italiana. Era assai probabilmente lo Stato preunitario meglio amministrato e più all’avanguardia. Gli Stati Uniti, con l’acquisto della Louisiana ratificato dal Senato il 20 ottobre 1803, erano avviati a diventare una grande potenza. 

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