AGI – Non solo red carpet e anteprime internazionali. Alla Mostra del Cinema c’è anche il tempo per fermarsi, guardare dentro il Paese e restituire voce a chi spesso resta invisibile. È il percorso che quest’anno Rai Documentari ha scelto di portare al Lido, intrecciando tre titoli che diventano tre tasselli di una stessa missione: fare del documentario non soltanto un genere, ma un atto di coscienza civile.
Il viaggio è cominciato con “Elvira Notari: Beyond Silence”, proiettato nella Sala Corinto. Un film che restituisce la figura della prima regista italiana, pioniera capace di trasformare Napoli in un laboratorio di modernità e di portare le sue storie fino a New York. A 150 anni dalla nascita, la sua voce è tornata a farsi ascoltare attraverso archivi, frammenti superstiti e l’interpretazione intensa di Teresa Saponangelo.
Mercoledì 3 settembre sarà la volta di due opere che guardano invece al presente. Al mattino “Blu” di Marco Falorni, con la partecipazione di Eleonora Daniele, racconterà la quotidianità di quattro famiglie che vivono la sfida dell’autismo, trasformando la fragilità in forza e dignità. Nel pomeriggio “Articolo 1” di Luca Bianchini, selezionato alle Giornate degli Autori, affronterà il dramma delle morti sul lavoro, ispirandosi agli articoli di Marco Patucchi e al libro Operaicidio scritto con il magistrato Bruno Giordano.
“Le morti sul lavoro non sono numeri ma vite spezzate – ricorda Luigi Del Plavignano, direttore di Rai Documentari – e non sono destino ma responsabilità. Raccontarle significa chiedere giustizia e ribadire che la sicurezza non è un costo ma un diritto. Con storie come queste vogliamo ricordare che il servizio pubblico ha il dovere di dare voce a chi troppo spesso non ce l’ha”.
Per Del Plavignano è qui la cifra del lavoro di Rai Documentari: “La nostra missione è civile prima ancora che culturale. Restituire memoria a figure come Elvira Notari, raccontare la fragilità e la forza delle famiglie che vivono l’autismo, denunciare le morti sul lavoro: tutto questo significa custodire un patrimonio collettivo e trasformarlo in responsabilità. Il documentario è servizio pubblico quando diventa coscienza. Arrivano le verità che non dobbiamo dimenticare e quindi le speranze del Paese”.
Tre film, tre linguaggi, un’unica direzione: raccontare l’Italia, trasformando il ricordo in futuro e la fragilità in forza condivisa.