sabato, Luglio 27, 2024
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RAINBOW AWARDS: PREMIO INTERNAZIONALE “ROMA PER I DIRITTI LGBTQIA+”

Si terrà lunedì 13 novembre, al Teatro Sala Umberto di Roma, la seconda edizione di RAINBOW AWARDS – PREMIO INTERNAZIONALE “ROMA PER I DIRITTI LGBTQIA+”.

L’iniziativa Rainbow Awards vuole essere e rappresentare un riconoscimento rivolto a quei personaggi della politica, della cultura, dello spettacolo, dello sport e del mondo digitale che si sono distinti per il loro operato a favore della promozione, tutela e rivendicazione dei diritti delle persone LGBTQIA+. Queste le parole di Presidente di Gaycs Adriano Bartolucci Proietti, che è il cuore di questa iniziativa, nel presentare l’edizione dello scorso anno: “Nel lungo percorso che ha accompagnato questi meravigliosi dieci anni di vita dell’associazione molte sono state le personalità che hanno contribuito alla nostra causa. Esseri umani che non si sono risparmiati nel loro agire a favore della nostra comunità. Persone che attraverso la loro sapienza, professionalità o semplicemente con la propria militanza all’interno del movimento LGBTQIA hanno lasciato un segno indelebile.”

Quest’anno, i Rainbow Awards rappresentano un ringraziamento per quanto è stato fatto per la comunità LGBTQIA+ nel corso di questo 2023; in particolare, la serata di quest’anno sarà dedicata a Michela Murgia, scrittrice italiana sarda, fondamentale voce della letteratura queer, mancata ad agosto, e molto cara alla comunità LGBTQIA+.

Noi di Equall abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere a quattr’occhi con Adriano Bartolucci Proietti, ideatore e fondatore dei Rainbow Awards.

Quando sono nati i Rainbow Awards e come nasce l’idea?
Sono nati nel 2022 per celebrare i 10 anni dell’associazione Gaycs, che rappresento. Abbiamo pensato a un evento che fosse un tributo a chi, come noi, ha contribuito in questa ultima decade alla causa lgbtqia+ in Italia attraverso un gesto, un’azione, un’attività.

L’edizione dei Rainbow di quest’anno è dedicata a Michela Murgia, che ha creato molto scalpore sui social parlando di “queer family”. Come mai la scelta di renderla “madrina” della serata?
Perché attraverso le sue parole, la sua intelligenza, le sue dichiarazioni, le sue idee, i suoi libri, le sue azioni e il suo esempio ha fatto più Michela Murgia per la causa LGBTQIA+, dal punto di vista mediatico e sociale, di tanti altri che si fregiano della parola attivismo. Se oggi il grande pubblico conosce e sa usare la parola queer è grazie anche a lei.

Emma Bonino, tra le vostre ospiti di quest’anno, è ormai a tutti gli effetti una attivista per la comunità LGBTQIA+, nonché testimonial del censimento delle coppie gay. Qual è il suo coinvolgimento con i Rainbow Awards?
Quest’anno, dopo la circolare del Ministero dell’Interno che a marzo ha obbligato i sindaci a non registrare più figli/e delle coppie lgbtqia+, Emma Bonino è intervenuta con parole e fatti. +Europa e Radicali hanno presentato una importante mozione rivolta ai sindaci per chiedere di procedere con le
registrazioni anagrafiche dei figli delle coppie omogenitoriali indicando come genitori entrambe le persone che si sono assunte la responsabilità della procreazione. Queste le parole di Emma Bonino in quell’occasione: “La circolare del Ministero dell’Interno che chiede ai sindaci di non registrare i figli delle coppie omogenitoriali non è vincolante. Alcuni sindaci hanno già preso posizione, e noi speriamo di coinvolgerne sempre di più. Non si sentiva davvero la necessità di questa circolare di Piantedosi, che può portare conseguenze discriminatorie nei confronti dei bambini. Mi sembra risponda a una certa atmosfera che sento: proibire qualunque devianza dal conformismo delle coppie tradizionali. Così facendo puniscono i bambini, per accusare i genitori”. È quindi chiaro perché abbiamo pensato di conferirle questo premio. Per quello che ha fatto quest’anno, ma soprattutto per i tanti anni di lotte di civiltà di cui oggi ancora beneficiamo. E nell’accettare il premio ci ha ribadito come i diritti della comunità LGBTQIA+ vadano tutelati e promossi ora più che mai. La sua risposta nell’accettare il
premio ci conferma la nostra scelta. Non vediamo l’ora di consegnarle il premio lunedì. E ringraziarla per quello che ha fatto per questo paese.

Le Karma B, all’anagrafe Mauro e Carmelo, hanno spopolato in tv nel corso degli ultimi mesi, ampliando la propria popolarità a livello nazionale. L’arte drag le ha probabilmente rese performer complete. Da cosa è partita l’idea di affidare loro anche la conduzione?
Per la prima edizione le abbiamo scelte per la conduzione perché incarnano immagine, valori e contenuti che ci rappresentano. Da lì è una visione comune che mi ha spinto a confermarle anche per il 2023 chiedendogli di assumere anche la direzione artistica. Un lavoro eccellente che vedrà sul palco di quest’anno il meglio della nostra comunità.

I Rainbow Awards non sono solo uno “spettacolo”, ma vogliono parlare di diritti per la comunità LGBTQIA+. Qual è il messaggio che vorreste comunicare quest’anno?
Il matrimonio egualitario è tra le nostre priorità in maniera però omnicomprensiva, senza creare figli e figliastri. Serve un’azione legislativa chiara e coraggiosa che elimini ogni ostacolo. E poi, la nota dolente, il recupero del ddl Zan in tutti i suoi contenuti. Una legge contro tutte le discriminazioni è
necessaria in questo paese, nonostante quello che vorrebbero farci credere. Un paese civile sa e deve proteggere il suo popolo. Noi lottiamo ogni giorno in ogni ambito, contro chi ancora resta arroccato su vecchi schemi che francamente non reggono più. Uguaglianza, tutto in una parola.

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