mercoledì, Novembre 5, 2025
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Referendum e correntismo: le sfide di Elly Schlein

AGI – La raccolta firme per il referendum sulla separazione delle carriere è iniziata ieri anche in casa Pd. Il gruppo della Camera ha avviato i lavori, ieri, con le firme di Andrea Casu e della capogruppo Chiara Braga, seguite da quelle di altri deputati e deputate dem. Oggi è il turno dei senatori. Ma non c’è fretta, ripetono fonti parlamentari Pd, “non c’è nessuna corsa contro il centrodestra”. Il ragionamento è che, trattandosi di un referendum confermativo, non c’è la necessità di consegnare per primi le firme cosi’ da avere voce sulla ‘forma’ da dare al quesito, magari cercando di orientarlo in una direzione o nell’altra.

La Cassazione non farà altro che apporre la formula “volete confermare” al testo della legge. Inoltre, le firme vanno raccolte entro tre mesi dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, avvenuta solo giovedì scorso. Per queste ragioni il tema delle firme per il referendum non scalda gli animi dei parlamentari. Tra le file dem, sponda riformista, l’annuncio dell’avvio della raccolta, arrivato dalla segretaria in conferenza stampa, ha creato qualche malumore. Il ‘No’ alla riforma non è in discussione, spiega un parlamentare della minoranza Pd. Ma sul tema i riformisti non appaiono come un ‘monolite’, anzi.

Se i parlamentari sono schierati per il ‘No’, avendo votato contro in ogni passaggio parlamentare, gli esponenti rimasti fuori i Palazzi, come Stefano Ceccanti ed Enrico Morando, sono invece per il ‘Si”. Diverse le sensibilità anche sulla campagna da mettere in campo, a partire dalla raccolta delle firme, che per i riformisti andrebbe discussa dentro il partito. Cosa che non è stata fatta, si sottolinea. Anche per questa ragione qualche parlamentare non firmerà per il referendum, pur nella convinzione che occorra votare ‘No’ alle urne. Serve uno spazio di discussione, è il ragionamento, per capire come impostare la campagna referendaria da qui a fine marzo, quando presumibilmente si voterà. 

Le posizioni dentro il centrosinistra

Il ventaglio delle posizioni all’interno del centrosinistra varia da quanti ritengono la riforma inutile, “un pannicello caldo”, essendoci già la legge Cartabia, come Matteo Renzi; e chi la considera una “torsione democratica”, un inizio di “democratura” e un attentato alla Costituzione, come da lettura di Roberto Scarpinato e del M5s.

Come prepararsi al voto?

La domanda che si fanno i riformisti Pd è quale sarà la postura del partito da qui al voto? Come organizzare i comitati? Ci saranno comitati unitari o si sceglierà di “marciare divisi per colpire uniti”? Dubbi e malumori che, per ragioni diverse, circolano anche nella maggioranza del partito dove fa discutere la scelta di un pezzo importante di maggioranza – da Areadem di Dario Franceschini a Dems di Andrea Orlando e Peppe Provenzano, per arrivare agli ex Articolo Uno, Roberto Speranza e Nico Stumpo – di ritrovarsi, dal 28 al 30 novembre a Montepulciano per una tre giorni di discussione politica. Non una operazione contro la segretaria, viene sottolineato da chi lavora all’iniziativa, ma nemmeno la nascita di una nuova corrente. L’appuntamento ha l’obiettivo dichiarato di avviare una riflessione politica sulle priorità del Partito Democratico, dell’alleanza per l’alternativa di governo. In una parola, sulla linea del Pd.

Un’idea che non nasce al Nazareno. Anzi: i massimi vertici del partito avevano stoppato un primo tentativo in questa direzione mesi fa, prima dell’estate, quando lo stesso Franceschini assieme ad altri esponenti di primo piano si erano fatti avanti con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la segretaria in vista della campagna per le regionali. Il timore dei vertici del partito, viene riferito da fonti parlamentari dem, era che un’area interna tanto forte potesse finire per condizionare le scelte della segretaria, tanto sulla linea politica quanto sugli incarichi interni al partito, per non parlare delle liste elettorali. Ora, l’iniziativa è stata rilanciata. Nessun altolà, al momento, ma tra gli esponenti del Pd più vicini a Schlein si registrano ancora perplessità sull’iniziativa di Montepulciano. Se ne sarebbe parlato anche oggi durante alcuni veloci scambi in Transatlantico (dove non è passato inosservata la presenza del fidato ‘luogotenente’ di Schlein, Igor Taruffi). A osservare con preoccupazione questo dinamismo delle correnti dem sono quegli esponenti Pd, come Piero De Luca, impegnati nella campagna elettorale sui territori e che vorrebbero una maggiore presenza di dirigenti Pd in Campania e Puglia in vista del voto.

 

 

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