AGI – C’è chi parla di scadenza “entro luglio“, chi addirittura non esclude si possa arrivare “a settembre“. Dopo il flop della trattativa sul terzo mandato dei governatori, il centrodestra cerca di allentare le tensioni e riprende fiato, allungando i tempi e magari spacchettando la trattativa tra alleati per arrivare all’individuazione dei candidati alle prossime regionali d’autunno.
Esclusa ormai la possibilità di un election day, sembra assodato che le Regioni andranno al voto in ordine sparso a partire da settembre: prima le Marche, dove corre l’uscente meloniano Francesco Acquaroli, poi Toscana e Puglia, a seguire probabilmente Veneto e Campania a novembre.
Strategia FdI: trattare Regione per Regione
Si apre la possibilità, forse caldeggiata da Fratelli d’Italia, di agevolare un accordo di coalizione separando i dossier e affrontando i nodi Regione per Regione. Una strategia che Lega e Forza Italia potrebbero non accogliere, vista la volontà di discutere anche di amministrative 2027 e temi divisivi come ius scholae e fisco.
Il nodo Veneto: Zaia fuori, si cerca un nome forte
In Veneto, esclusa la ricandidatura del leghista Luca Zaia per il limite dei due mandati, non dovrebbe tenersi questa settimana il vertice tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi per sciogliere il nodo del candidato a Palazzo Balbi. La Lega ribadisce che il buongoverno di Zaia è riconosciuto da tutti, smentendo le voci su un piano B con Giancarlo Giorgetti candidato a sindaco di Milano.
Candidature in discussione: Stefani, Marcato e FdI
FdI e FI insistono sulla necessità di scegliere i “candidati migliori“, segno che i nomi proposti dalla Lega non convincono. Si è parlato del vicesegretario Alberto Stefani, unico nome emerso oltre a quello di Zaia. Non è escluso che FdI torni a rivendicare la candidatura. Fa discutere anche l’autocandidatura del leghista Roberto Marcato, assessore regionale in rotta con Salvini e allontanato da Zaia.
Il primo nodo da sciogliere per il centrodestra resta il Veneto, anche perché, in assenza di un nome forte, occorre tempo per costruire una candidatura solida e condivisa.
Campania, Toscana e Puglia: attese e incertezze
Per quanto riguarda le altre Regioni al voto, la coalizione attende le decisioni degli avversari. In Campania è pronto ai nastri il viceministro di FdI Edmondo Cirielli, ma si vuole aspettare la decisione del centrosinistra, che deve cercare unità nel post De Luca e concludere la trattativa con il governatore uscente.
In Toscana, dove per il centrosinistra corre per la riconferma Eugenio Giani, il centrodestra dovrebbe trovare l’accordo sul sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi. La coalizione è ancora in alto mare in Puglia, dove il centrosinistra dovrebbe candidare Antonio Decaro.
Milano e Roma, scenari per il 2027
Per quanto riguarda Milano, la Lega esclude una eventuale candidatura di Giorgetti, che allo stato, sottolinea, “fa benissimo il ministro dell’Economia”. Nel capoluogo lombardo si voterà nella primavera del 2027, forse in coincidenza con le politiche, sicuramente con Roma.
Appare più naturale che FdI ambisca a esprimere la candidatura a sindaco della capitale e lasci agli alleati la piazza milanese, dove comunque, nei sondaggi, il centrodestra è sotto di venti punti rispetto al centrosinistra. Ma non è certo che sia affidata alla Lega.
Nelle scorse settimane il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva espresso gradimento per una eventuale corsa di Maurizio Lupi, mentre Tajani afferma da tempo la necessità di candidare un civico di area forzista. Tra i civici che la Lega gradirebbe si fa il nome dell’ex rettore Ferruccio Resta.
Sarebbe quindi, allo stato, esclusa, anche da FdI, una eventuale candidatura di Giorgetti (“Meloni non se ne priverebbe mai”, è il commento che si fa ai piani alti di via della Scrofa), come non sarebbe in alcun modo sul tavolo il nome di Daniela Santanchè.