AGI – “Ho lavorato su Elettra, su questa creatura piena d’odio, ma che è anche un animale ferito. Fa parte di quelle grandi figure femminili che tendono ad essere dimenticate. Sul palcoscenico del Teatro Romano porterò un’Elettra selvatica, la sua animalità.” Federica Rosellini racconta così all’AGI il ruolo che la attende al Teatro Romano di Verona il 19 e il 20 settembre, nell’ultimo spettacolo nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, iniziata lo scorso 4 luglio con l’Amleto che ha dato il via a tre mesi di eventi con 15 prime nazionali e 7 coproduzioni e ben 52 serate di spettacolo.
La regia di Elettra è di Serena Sinigaglia, che affronta Elettra di Hofmannsthal coinvolgendo due straordinarie interpreti come Federica Rosellini nel ruolo del titolo e Arianna Scommegna in quello di Clitennestra. “È un regalo poter lavorare con Serena e con Arianna, che amo da quando ero in Accademia. E il legame con la Duse è per me fortissimo: sono nata a Treviso, ho un rapporto stretto con Asolo, e alcuni dei miei primi spettacoli sono andati in scena lì, come la maratona del 2008 dedicata alla Duse, quando ancora dovevo entrare in Accademia”, ricorda Rosellini.
La regia di Senigaglia parte da due presupposti: il primo è il mito, l’origine, ovvero quell’opera immensa che è l’Orestea di Eschilo. Il secondo è il periodo storico in cui visse Hofmannsthal, il periodo a cavallo tra la fine del 1800 e i primi anni del ‘900, a Vienna. Una vera e propria rivoluzione culturale nell’ambito di tutte le arti e prima tra tutte quella teatrale. Gli albori di quello che poi sarà l’espressionismo tedesco. “L’ambientazione nella Vienna che si prepara alla guerra comunica un’aria di tempesta che si addensa nell’anima”, aggiunge Rosellini.