sabato, Novembre 22, 2025
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Scoperto un nuovo tipo di ruggito di leone

AGI – Un gruppo di ricercatori ha scoperto che i leoni africani producono due tipi distinti di ruggiti, il che potrebbe contribuire a migliorare gli sforzi di monitoraggio e conservazione della fauna selvatica. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Ecology and Evolution, condotto dagli scienziati dell’Università di Exeter. Il team, guidato da Jonathan Growcott, ha individuato un ruggito intermedio, precedentemente non classificato, che si alterna al ruggito a piena gola. I ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per distinguere le vocalizzazioni dei leoni.

L’approccio ha avuto un’accuratezza del 95,4 per cento, e ha permesso di ridurre significativamente i bias umani, migliorando l’identificazione dei singoli esemplari.

“Il ruggito del leone non è solo iconico – afferma Growcott – sono anche delle firme biologiche uniche, che possono essere utilizzate per stimare le dimensioni della popolazione e monitorare i gruppi di animali. Finora, l’identificazione di questi ruggiti si basava in gran parte sul giudizio degli esperti, introducendo potenziali distorsioni umane. L’uso dell’intelligenza artificiale permette un monitoraggio più accurato e oggettivo”. I leoni, spiegano gli esperti, sono considerati a rischio di estinzione. Si stima infatti che la popolazione di leoni selvatici africani conti tra 20 e 25 mila esemplari, un numero che si è dimezzato negli ultimi 25 anni. Il lavoro dimostra che questi iconici felini possono produrre un ruggito intermedio, il che evidenzia il potenziale della bioacustica nella ricerca ecologica.

“Siamo convinti – conclude Growcott – che sia necessario un cambio di paradigma nel monitoraggio della fauna selvatica e un passaggio su larga scala all’utilizzo di tecniche acustiche passive. Con il miglioramento della bioacustica, queste saranno vitali per l’efficace conservazione dei leoni e di altre specie minacciate”.

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