lunedì, Luglio 21, 2025
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Shock in Giappone: LDP perde la maggioranza dopo 70 anni, ma il premier Ischiba non lascia

AGI – La coalizione di governo giapponese guidata dal primo ministro Shigeru Ishiba ha perso la maggioranza anche nella Camera Alta del parlamento nazionale, come confermato dai risultati delle elezioni, ma il premier ha promesso di rimanere al potere, mentre si profilano all’orizzonte nuovi dolorosi dazi statunitensi.

Il Partito Liberal Democratico (LDP) di Ishiba, che governa quasi ininterrottamente dal 1955, e il suo partner Komeito dovevano conquistare 50 seggi nelle elezioni di domenica, ma ne hanno ottenuti tre in meno, secondo quanto riportato dall’emittente nazionale NHK.

Gli elettori, arrabbiati per l’inflazione, si sono rivolti ad altri partiti, in particolare al ‘Japanese first’ Sanseito, che ha ottenuto forti guadagni con la sua campagna ‘antiglobalista’ che fa eco all’agenda dei partiti populisti di altri Paesi. La debacle elettorale arriva solo pochi mesi dopo che la coalizione di Ishiba è stata costretta a formare un governo di minoranza nella Camera bassa, più potente, con il peggior risultato del LDP degli ultimi 15 anni.

Ishiba resta aggrappato alla poltrona anche dopo il fiasco elettorale. Sanseito moltiplicato per sette – da due a 14 seggi – la sua presenza in parlamento, grazie alla spinta “anti-globalista” che riecheggia l’agenda dei partiti populisti di altri Paesi. Il flop elettorale arriva solo pochi mesi dopo che la coalizione di Ishiba è stata costretta a formare un governo di minoranza nella Camera bassa, la più importante, registrando il peggior risultato da 15 anni.

“Sebbene sia profondamente consapevole della nostra grave responsabilità per i risultati elettorali” ha detto Ishiba quando gli è stato chiesto se intendesse rimanere in carica, “per evitare che la politica si fermi, credo di dover adempiere al mio dovere di partito con il maggior numero di voti e di fronte alla popolazione del Paese, ascoltando attentamente e sinceramente le voci della popolazione”. Se anche avesse scelto di dimettersi, non è chiaro chi avrebbe potuto sostituirlo.

Nelle elezioni erano in palio 125 seggi sui 248 della Camera alta. La coalizione aveva bisogno di 50, ma ne ha ottenuti solo 47: 39 all’LDP e 8 al Komeito per un totale di 122 deputati. Al secondo posto si è classificato il Partito Democratico Costituzionale del Giappone (CDP), che ha ottenuto 22 seggi, seguito dal Partito Democratico per il Popolo (DPP) con 17. Sanseito ha ottenuto 14 seggi, grazie alla campagna elettorale condotta su temi come regole e limiti più rigidi sull’immigrazione, politiche di genere radicali e il ripensamento sulla decarbonizzazione e sui vaccini.

La scorsa settimana è stato costretto a negare qualsiasi legame con Mosca, che ha sostenuto partiti populisti altrove, dopo che un candidato è stato intervistato dai media statali russi. L’opposizione è frammentata e le possibilità che i partiti possano formare un governo alternativo sono scarse, ha detto Hidehiro Yamamoto, professore di politica e sociologia all’Università di Tsukuba “Allargare la coalizione sarebbe difficile, con il DPP come partner più probabile a condizione che il governo adotti alcune misure fiscali come i tagli alle tasse”. 

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