AGI – “Sono un grande? L’ironia è importante. Diciamo che questo è un invito a far valere tutto quello che è stato fatto sino ad oggi. La musica? Ti salva e apre le porte alla pace. Venti anni fa ero il ragazzo curioso di Xdono che voleva essere amato, oggi lo sono ancora ma ovviamente più invecchiato. Che dire ai giovani musicisti? Dovete essere artigiani della musica”. Torna Tiziano Ferro, con progetto che ha richiesto due anni di lavoro e lo fa con un album di 11 tracce su etichetta Sugar Music, dal titolo emblematico: “Sono un grande” in uscita il 24 ottobre cui seguirà un tour a partire dal maggio 2026 che lo condurrà negli stadi d’Italia.
Il ragazzo di Latina, dalla voce da baritono che spopolò facendo ballare tutti con l’innovativa Xerdono e il Rosso Relativo, di strada ne ha fatta tantissima diventando in oltre 20 anni di carriera, una delle voci più belle e interessanti della musica italiana. E nonostante gli anni in più, c’è sempre un filo rosso che lega il giovane di Xerdono a quello di oggi che ripete a se stesso: “Sono un grande”. Una frase, questa, “che suona come un mantra – spiega l’artista – un invito a far vedere tutto quello che è stato fatto sino ad oggi. Le cose sono state tante. C’è stato merito, fortuna, tenacia. Con ‘Sono un grande’ invito a rimettere al centro l’essere umano”.
Se guarda dietro di sé, Tiziano Ferro, ritrova il ragazzo “che a 20 anni non sapeva chi fosse. Ma ero curioso e testardo – racconta – spinto dalle mie passioni. E mi lasciavo trasportare da quello che il mio animo mi suggeriva. Volevo amare, essere amato, volevo attenzione, cura. E volevo un pubblico pronto ad ascoltarmi. Oggi sono la stessa versione, invecchiata e forse migliore di quel ragazzo che cercava tutto questo”.
Nel brano “Milite ignoto“, Ferro canta che ormai “nessuno ascolta più” e in altro, dice: “Prendiamo tutte le bugie a sassate”… “Le bugie vanno prese a sassate – spiega Ferro – sono gravi complicazioni. Per me è più facile essere sinceri che dire bugie. Non riesco a fingere. Al massimo riesco ad omettere. Ma non riesco a vendere una versione di me che non esiste. Ho capito che non fa per me. E lo consiglio, perché alleggerisce la vita. Ascoltare poi, per noi che viviamo in epoca social, è un atto di coraggio sottovalutato. Ma è rivoluzionario. Non c’è una emoticon che indica ascolto senza dire nulla”.
Ferro canta: “Mi pensavo folle invece sono un pagliaccio. Un alieno che non sa amare” ed ecco qui che la musica spunta come il mezzo che salva dalle fragilità: “A me piace pensare a un disco come una foto, a volte sbiadita e volte a fuoco, su un periodo di vita. Le canzoni – dice l’artista – sono entrate nella mia vita e mi hanno dato una finestra dove guardare quando avevo dei dubbi, quando avevo bisogno di risposte. Che la musica sia salvezza non è un modo di dire: ci sono forme di degrado molto più sottili della morte fisica, e la musica come l’arte ci offre la porta verso il mondo dove troviamo un po di pace. La musica per me è quella delle canzoni che fanno ballare che convivono con quelle che fanno riflettere: cosi e’ l’animo umano”.
E ai giovani che si affacciano al mondo della musica e vogliono farne un mestiere, Ferro lancia un invito: “Siate artigiani della musica“. Perché “per il mestiere del cantautore, cantante, produttore, scrittore, non c’è una vera scuola e invece, dovrebbe esserci. Ai ragazzi – sottolinea – andrebbe ben spiegato quali sono le cose più importanti ovvero la pazienza, l’ascolto, imparare il senso dell’amore verso quello che si fa e la capacita’ di prendere la gomma e cancellare le cose che si possono rifare. È importante avere un maestro che ti aiuta a dire meglio le cose. La canzone non è un film, vive di un linguaggio coinciso e se hai il dono della sintesi arrivi prima all’obiettivo. E se questo poi te lo insegnano, è meglio”.
“Ai giovani dico: cercate un posto in cui vi sentite sicuri, che sia la famiglia, la vostra stanza, come una ‘scatola’ di amianto che protegga da tutto quello che arriva da fuori. Il vostro è un mestiere bellissimo ma attira tanta attenzione. E poi, fate tanta esperienza, cantate e scrivete, buttate via canzoni, scrivetene di nuove, cantate anche senza guadagnare nulla, imparate il mestiere come farebbe un artigiano: trattate la musica come il mestiere che è”.
“Sono un grande” esce dopo due anni di lavoro e mostra un nuovo Ferro, ispirato, profondo, leggero, pronto a mettersi in gioco con la cosa che lo ha sempre guidato: l’amore per la musica. L’uscita del disco è accompagnata dal nuovo singolo “Fingo&Spingo“, disponibile da venerdì per la rotazione radiofonica. Il brano prende il testimone lasciato da “Cuore Rotto”, canzone che ha aperto la strada al nuovo lavoro e che è rimasto stabile tra i pezzi più programmati dalle radio italiane fin dal debutto.
Oltre a “Cuore rotto” e “Fingo&Spingo”, “Sono un grande” contiene altre 9 tracce inedite a cui si aggiunge come bonus track per le versioni CD e Vinile “Tra le mani un cuore”, il brano scritto da Tiziano Ferro, Nek, Marta Venturini e Giulia Anania che Massimo Ranieri ha portato in gara all’ultimo Festival di Sanremo. “Cosa mi aspetto da questo disco? Anche qualche fischio. Le aspettative sono una trappola mortale. Ho una responsabilità morale verso chi mi ha ascoltato fino a oggi. A me stesso – conclude – chiedo di dare il meglio. Se sento che non è cosi mi fermo. Sono pronto ad applausi e fischi, non è salutare pensare che un disco possa portare solo a standing ovation”.