AGI – Il ‘barragè ha funzionato. La sinistra del Nuovo Fronte Popolare trionfa a sorpresa al secondo turno delle elezioni francesi e secondo una media delle diverse proiezioni porta all’Assemblea nazionale circa 200 deputati. Il blocco macroniano risorge e conquista tra i 160 e i 170 seggi, mentre l’estrema destra del Rassemblement National, che i sondaggi della vigilia davano ampiamente in testa tanto da poter raggiungere la maggioranza assoluta, si ferma all’interno di una forchetta che va dai 134 ai 150 seggi.
La vittoria della gauche è netta e il popolo della sinistra festeggia quasi incredulo. Ma la mancanza di una maggioranza assoluta all’Assemblea lascia il paese con il fiato sospeso e nei prossimi giorni si giocherà il risiko del governo. Macron per ora non parla e prende tempo. Il suo entourage lascia trapelare che “il presidente prenderà le sue decisioni quando la composizione dell’Assemblea sarà strutturata”. Il primo ministro Gabriel Attal domani rassegnerà le sue dimissioni e resterà a Matignon solo per il disbrigo degli affari correnti.
A spoglio ancora in corso però, dalle parole dei leader delle forze che hanno fatto muro contro la presa del potere dell’estrema destra, iniziano a emergere posizioni differenti. Il numero uno della France Insoumise, Jean Luc Melenchon, che secondo le proiezioni è la prima formazione del Fronte Popolare, dice ‘nò a una coalizione di governo con i centristi di Macron: “La volontà del popolo deve essere rigorosamente rispettata. Nessun accordo sarebbe accettabile. La sconfitta di Macron e della sua coalizione è chiaramente confermata, il presidente deve inchinarsi e accettare la sua sconfitta e chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare”. Ma le componenti più moderate della sinistra sono più caute e aprono invece a un dialogo con i macronisti: per il leader socialista Olivier Faure, “una coalizione è necessaria”, “il Nuovo Fronte Popolare deve farsi carico di questa nuova pagina della nostra storia”. Stesso messaggio dal leader della sinistra moderata Raphael Gluscksman: “Abbiamo fermato la destra ma ora dobbiamo comportarci da adulti”, dice.
Anche dal centro arrivano segnali che escludono una alleanza di governo con la sinistra di Melenchon: il segretario di Ensemble, il partito di Macron, Stephan Sejournè, esclude un dialogo con gli Insoumise. Edouard Philippe, ex premier e leader di Horizons, dice sì a un’alleanza ma escludendo le ali estreme, quindi RN a destra, ma anche France Insoumise a sinistra.
Delusione sul fronte dell’estrema destra che dopo la netta affermazione del primo turno si sentiva vicina allo storico risultato di conquistare la maggioranza in Parlamento e puntava a guidare il paese. “Ha vinto l’alleanza del disonore e gli accordi elettorali di Macron con l’estrema sinistra”, dice Jordan Bardella che parla di “alleanza contro natura”. Parlando al quartier generale del RN che si svuota dopo poche ore, Bardella prova a rincuorare i suoi e aggiunge che “stasera tutto comincia, è caduto un mondo vecchio e nulla può fermare un popolo che ha ricominciato a sperare”. Lo stesso messaggio arriva da Marine Le Pen: “La marea sta salendo. Questa volta non è salita abbastanza, ma continua a crescere. La nostra vittoria è solo rimandata”.