AGI – Inizia oggi l’ 82esima Mostra internazionale del Cinama di Venezia con la cerimonia ufficiale condotta dall’attrice due volte vincitrice del David Emanuela Fanelli. Film d’apertura è uno dei titoli più attesi di quest’edizione, il primo dei cinque film italiani in gara, ‘La Grazia’ di Paolo Sorrentino, presentato in concorso. Il regista tedesco Werner Herzog riceverà poi il primo dei due Leoni d’oro alla carriera 2025 (l’altro andrà a Kim Novak) e domani presenta fuori concorso il suo ultimo documentario, ‘Ghost Elephants’ (la ‘laudatio’ sarà affidata a Francis Ford Coppola).
‘La Grazia’, scritto e diretto dal premio Oscar Paolo Sorrentino, con Toni Servillo e Anna Ferzetti e un cast composto da anche da Orlando Cinque, Massimo Venturiello, Milvia Marigliano, Giuseppe Gaiani, Giovanna Guida, Alessia Giuliani, Roberto Zibetti, Vasco Mirandola, Linda Messerklinger, Rufin Doh Zeyenouin, uscirà nelle sale il 15 gennaio 2026 con PiperFilm. A poche ore dalla proiezione ufficiale si rompe finalmente il velo di silenzio sull’ultimo film di Sorrentino.
“Da ragazzo rimasi folgorato dal ‘Decalogo’ di Kieslowski, un capolavoro tutto incentrato sui dilemmi morali. La trama delle trame – spiega Paolo Sorrentino nelle note di regia – l’unico intreccio davvero appassionante. Più di un thriller. Non penso di essermi neanche minimamente avvicinato all’altezza del genio di Kieslowski, alla profondità di come affrontava i temi morali, ma ho sentito la necessita’ di farlo comunque, in un momento storico in cui l’etica, alle volte, sembra essere opzionale, evanescente, opaca o comunque tirata troppo spesso in ballo solo per ragioni strumentali. L’etica è una cosa seria. Tiene in piedi il mondo”.
Per questo, aggiunge il regista, ‘La Grazia’ è un film su un “dilemma morale“, ossia “concedere o meno la grazia a due persone che hanno commesso degli omicidi in circostanze, pero’, forse, perdonabili. Firmare o non firmare, da cattolico, una legge difficile sull’eutanasia”.
Come si legge sul press-book Mariano De Santis è il Presidente della Repubblica. Nessun riferimento a presidenti esistenti, frutto completamente della fantasia dell’autore. Vedovo, cattolico, ha una figlia, Dorotea, giurista come lui. Alla fine del suo mandato, tra giornate noiose, spuntano gli ultimi compiti: decidere su due delicate richieste di grazia. Veri e propri dilemmi morali. Che si intersecano, in maniera apparentemente inestricabile, con la sua vita privata. Mosso dal dubbio, dovrà decidere. E, con grande senso di responsabilità, è quel che farà questo grande Presidente della Repubblica Italiana”.
‘La Grazia’, spiega ancora Sorrentino nelle note di regia, “è un film d’amore. Questo motore inesauribile che determina il dubbio, la gelosia, la tenerezza, la commozione, la comprensione delle cose della vita, la responsabilità.L’amore e le sue articolate diramazioni sono viste e vissute attraverso gli occhi di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica verosimile ma rigorosamente inventato. Mariano De Santis ama la moglie che non c’è più, la figlia e il figlio e le loro distanze generazionali – continua il regista – ama il diritto penale che ha studiato per tutta la vita. Mariano De Santis, dietro il suo aspetto serio e rigoroso, è un uomo d’amore.La Grazia è un film sul dubbio. E sulla necessità di praticarlo, soprattutto in politica, soprattutto oggi, in un mondo dove i politici si presentano troppo spesso col loro ottuso pacchetto di certezze che provocano solo danni, attriti e risentimenti, minando il benessere collettivo, il dialogo e la tranquillità generale. Mariano De Santis è un uomo mosso dal dubbio”.
‘La Grazia’, continua Sorrentino, “è un film sulla responsabilità. Un’altra dote che dovrebbe riguardarci tutti ma che, in modo particolare, dovrebbe caratterizzare l’essere politico, la figura che rappresenta gli altri e che guida o determina le scelte. Anche della responsabilità sentiamo la mancanza, quasi una latitanza, che lascia oggi il posto a inutili esibizionismi, a bordate muscolari, dannose, quando non apertamente pericolose. Mariano De Santis è un uomo responsabile”.
‘La Grazia’ “è un film sulla paternità – spiega ancora Sorrentino – un politico può definirsi tale se incarna la dote alta e rassicurante della paternità, non se indossa i panni, cari a certi politici di oggi, del figlio scapestrato. Mariano De Santis è un padre nobile. Ma, da uomo intelligente e animato dal dubbio, sa quando e’ il momento di tornare a essere figlio. Quando l’età avanza e il presente diventa incomprensibile, anziché disprezzarlo o perdersi in vani rigurgiti nostalgici, si mette in ascolto del presente, attraverso i figli, che hanno una maggiore attitudine alla comprensione del mondo circostante.E si fida di loro. Mariano De Santis è un grande padre”.