giovedì, Giugno 5, 2025
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Spari dell’esercito in un centro di aiuti a Rafah: morti 27 civili, feriti altri 90. L’Idf…

AGI – Si aggrava ad almeno 27 morti e oltre 90 feriti il bilancio degli spari delle forze armate israeliane (Idf) su folle di palestinesi, a circa mezzo chilometro dal complesso in cui vengono distribuiti aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), a Rafah. Lo riferisce il Ministero della Salute dell’enclave palestinese amministrata da Hamas.

Il grave episodio odierno si aggiunge alle violenze registrate nei giorni scorsi nello stesso sito di distribuzione degli aiuti a Rafah, dove almeno una trentina di persone sono state uccise mentre aspettavano di ricevere cibo.

La dinamica dell’attacco secondo Idf

Lo stesso copione si è ripetuto oggi, quando le Idf hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone incamminate verso il sito di recente apertura. Secondo le truppe israeliane, sono stati individuati diversi sospetti che si avvicinavano a loro deviando dal percorso prestabilito, a circa mezzo chilometro dal complesso di aiuti.

I soldati hanno sparato colpi di avvertimento e, poiché non si sono dispersi, hanno aperto il fuoco”, ha affermato l’esercito, secondo quanto riferito dal Times of Israel.

Reazioni palestinesi e accuse di crimini

A condannare i “massacri degli aiuti” è stato il Movimento dei Mujaheddin Palestinesi, affermando che gli attacchi mortali contro i richiedenti aiuti a Gaza sono “un crimine americano-sionista che riflette una politica sistematica di persecuzione del nostro popolo e di pratica delle forme più atroci di oppressione e ingiustizia contro di esso”.

In una dichiarazione su Telegram viene condannata con fermezza “la complicità e il silenzio internazionale riguardo alla continua politica di fame e assedio soffocante, e ai continui crimini di genocidio e pulizia etnica, l’ultimo dei quali è stato l’atroce massacro sionista di persone affamate e assediate mentre si dirigevano verso la zona di al-Mawasi a Rafah”.

Condizioni disumane e accuse alle distribuzioni

Il sistema di distribuzione degli aiuti a Gaza, sostenuto dagli Stati Uniti e da Israele, è “disumano“. Lo ha dichiarato il direttore dell’organizzazione benefica Palestinian Medical Relief Society, Bassam Zaqout, che ha descritto la situazione nei siti di distribuzione degli aiuti della Gaza Humanitarian Foundation come una “trappola mortale“.

“Onestamente, è un atto disumano. È un crimine di guerra sparare direttamente ai civili mentre aspettano gli aiuti”, ha dichiarato Zaqout ad Al Jazeera da Gaza City.

Il responsabile della Palestinian Medical Relief Society ha sottolineato che non esistono criteri di ammissibilità chiari per stabilire chi dovesse ricevere aiuti in un giorno specifico, creando una totale confusione in loco.

Nuovo centro aiuti nel nord di Gaza

L’American Aid Fund for Gaza ha annunciato l’apertura di un altro punto di distribuzione di aiuti, per la prima volta nel nord della Striscia di Gaza. Lo rende noto Ynet.

La dichiarazione afferma che “come parte del piano di espansione progettato per facilitare l’arrivo degli aiuti nelle aree settentrionali. I dettagli delle date di distribuzione e il meccanismo per ricevere l’assistenza saranno pubblicati in seguito”.

Inoltre, la fondazione ha aggiornato che il centro di distribuzione di Tel a-Sultan a Rafah ha distribuito questa mattina 21 camion di cibo, per un totale di circa 20.000 scatole, portando il numero totale di pasti distribuiti finora a circa 7 milioni di pasti.

Tre soldati israeliani uccisi a Jabalia

Non sono stati uccisi in scontri armati ma da un ordigno esplosivo i tre soldati riportati morti ieri sera durante le operazioni a Jabalia, nel nord di Gaza. Nello stesso incidente altri due militari sono rimasti lievemente feriti.

Lo ha confermato l’esercito israeliano che ha comunicato i primi risultati dell’indagine in corso, fornendo l’identità dei soldati uccisi. Le vittime sono il sergente di stato maggiore Lior Steinberg, 20 anni, medico da combattimento, di Petah Tikva; il sergente di stato maggiore Ofek Barhana, 20 anni, medico da combattimento, di Yavne; e il sergente di stato maggiore Omer Van Gelder, 22 anni, comandante di squadra, di Maale Adumim.

Tutti i soldati uccisi prestavano servizio nel battaglione Rotem della brigata Givati, che durante l’incidente a Jabalia operava in un plotone sotto il 9° battaglione corazzato.

Secondo una prima indagine delle Idf, i cinque soldati si trovavano a bordo di un Humvee a Jabalia quando sono stati colpiti da “un ordigno esplosivo piazzato da agenti terroristici“. I militari stavano scortando un’autopompa dell’esercito entrata a Gaza per spegnere un veicolo di trasporto truppe blindato che aveva preso fuoco per circostanze poco chiare. In uscita da Jabalia, il convoglio è stato colpito da diversi ordigni esplosivi, uno dei quali ha colpito direttamente l’Humvee, uccidendo e ferendo i soldati.

Con queste ultime vittime, il bilancio degli israeliani uccisi nell’offensiva terrestre contro Hamas a Gaza e nelle operazioni militari lungo il confine con la Striscia sale a 423.

Le condoglianze di Netanyahu

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione di condoglianze per la morte dei tre soldati del Battaglione Givati durante un’esplosione a Gaza.

Nella sua dichiarazione, ha scritto: “A nome di tutti i cittadini di Israele, io e mia moglie inviamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie dei nostri eroici combattenti, il sergente Lior Steinberg, il sergente Ofek Berhana e il sergente Omer Van Gelder, che sono caduti a Gaza nella campagna per sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi. I nostri cuori soffrono con le famiglie nel loro momento peggiore”.

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