AGI – Uno sfogo ma anche un grido d’allarme. Lo scorso luglio Ons Jabeur aveva annunciato via social di volersi prendere una pausa a tempo indeterminato dal circuito per “respirare, guarire e riscoprire semplicemente la gioia di vivere”. Una scelta sofferta, della quale la 31enne tunisina, ex numero 2 del mondo e tre volte finalista Slam, è tornata a parlare ai microfoni di Sky Sports Uk, puntando il dito contro gli organizzatori. “Il calendario sta uccidendo tutti. Non sono la prima a fermarmi: anche Haddad Maia e Svitolina lo hanno fatto. È dura, spero che la comunità del tennis ci ascolti e riduca alcuni tornei. Doha e Dubai sono i miei preferiti, ma due tornei da 1000 di fila? È troppo. E poi vogliono aggiungerne altri”.
La tennista contesta anche l’idea di spalmare su due settimane alcuni 1000: “Non so di chi sia, ma è pessima. Nessun giocatore la apprezza. Nemmeno i media la trovano buona. Restiamo troppo a lungo nello stesso posto, e invece di una settimana di stress ne abbiamo due. Non abbiamo più tempo, è semplicemente troppo”. E per questo ha detto basta, “non volevo più che fosse il calendario a decidere cosa devo o non devo fare. Ho sofferto molto, più mentalmente che fisicamente. Il mio corpo chiedeva aiuto da tempo e io non lo ascoltavo”.
La depressione e la “Ministra della Felicità”
“Credo di aver avuto una depressione senza nemmeno accorgermene – ammette la tunisina, in finale a Wimbledon nel 2022 e nel 2023 e agli Us Open tre anni fa – Tutti mi chiamavano la Ministra della Felicità, ma non lo ero più. Ero triste e da tanto, ora invece metto me stessa al primo posto, ed è un passo enorme”.
Il ritorno in campo e la critica al sistema
Ons Jabeur non sa quando tornerà in campo, o almeno non fissa date. “Tornerò quando sentirò di nuovo la felicità di giocare. È tempo di parlarne e cambiare. Sembra che ci vedano come robot, non come esseri umani. Solo: gioca, gioca, gioca. Io ho deciso di mettere tutto da parte. Fortunatamente ho ricevuto tanto sostegno e, anche se non fosse così, ora vengo io prima di tutto”.



