sabato, Luglio 27, 2024
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Tolleranza zero nella Lega. Fuori chi critica Salvini

AGI – Tolleranza zero verso le critiche a Matteo Salvini. Archiviati la campagna elettorale e il voto europeo, in via Bellerio, si apre la stagione dei possibili provvedimenti disciplinari contro chi, con le sue dichiarazioni, si è sostanzialmente messo fuori dal partito. E nel mirino finiscono in particolar modo un lombardo e un veneto.

 

Si tratta dell’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi, reo di aver veicolato, a urne aperte, l’annuncio che Umberto Bossi avrebbe votato un indipendente nelle liste di Forza Italia. Ma anche Roberto Marcato, assessore della giunta veneta, da tempo critico verso la segreteria, che però ritirò un anno fa la sua candidatura al congresso veneto contro il candidato salviniano Alberto Stefani. Commentando il risultato elettorale delle Europee, Marcato ha scritto ieri mattina ‘Mettiamoci una Decima sopra’, parafrasando l’uso di Decima per croce, refrain della campagna di Roberto Vannacci.

Ma sul libro nero della segreteria leghista c’è in particolar modo Grimoldi per le critiche continue davanti alle quali finora Salvini ha lasciato andare. L’ex segretario lombardo è stato anche – insieme ad Angelo Ciocca, candidato però da Salvini all’Europarlamento e primo dei non eletti al Nord Ovest – tra i promotori di quel comitato del Nord che ebbe la benedizione di Bossi. Ma anche l’attivismo del segretario provinciale di Bergamo Fabrizio Sala fa sollevare più di un sopracciglio in via Bellerio. Mentre non sembra sia in vista alcun cambiamento ai vertici dei gruppi alla Camera e al Senato, guidati Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.

Ma, il giorno dopo le critiche dello stesso Salvini, a difesa di Bossi scende in campo un pezzo da novanta come il governatore lombardo Attilio Fontana.

 

“Su Bossi non scherziamo. Bossi è una cosa sulla quale neanche si può fare nessun accenno. Bossi è assolutamente il fondatore, colui che ha sempre consentito a tutti noi di svolgere attività. Bossi non si tocca”, scandisce Fontana, rispondendo a chi gli chiede se il partito stia valutando provvedimenti contro il suo fondatore. Quanto a Grimoldi “ci sono gli addetti, i vertici che prenderanno delle decisioni, vedremo”, aggiunge. Da parte di Fontana non ci sono polemiche contro i vertici del partito, viene assicurato, semmai sembra non essere stata gradita la dichiarazione di Vannacci che ha definito quello di Bossi come il gesto di uno che ha “tradito”.

 

Che poi il senatur, nel segreto della cabina elettorale, abbia resistito all’attrazione di tracciare una croce sul simbolo dell’Alberto da Giussano e abbia virato sul simbolo di Forza Italia con il Tricolore in bella mostra è cosa tutta da dimostrare. Grimoldi giura di averlo sentito più di una volta al telefono e dice di avere testimoni. E Bossi non ha fatto smentire la dichiarazione, diffusa nelle chat nella serata di sabato. Anche se poi chi conosce la storia politica del senatur sa che l’ex capo della Lega non è avvezzo alle smentite.
Tutti i pensieri di Salvini sono comunque concentrati allo stato sullo scenario europeo. Il segretario leghista sarà domani pomeriggio a Bruxelles per un incontro con Marine Le Pen e Jordan Bardella, freschi di 33% alle Europee. La riunione è aperta agli partiti del gruppo. Sul tavolo anche l’ipotesi di riaprire le porte ad Alternative fur Deutschland dopo l’espulsione di Maximilian Krah e l’eventuale avvicinamento ai Conservatori europei di Giorgia Meloni. L’auspicio di Salvini – si conferma dal partito- è gettare le fondamenta per un’ampia alleanza di centrodestra senza socialisti ed eco-estremisti. Domani è anche l’anniversario della morte di Silvio Berlusconi. E dal partito si sottolinea come Salvini abbia “già chiarito di voler seguire l’insegnamento del Cavaliere, capace di fondare il centrodestra italiano allargando il più possibile il perimetro dell’alleanza”.

Tra i leghisti, in Transatlantico e nei corridoi dei palazzi, in ogni modo, non si fa altro che parlare del futuro di Vannacci. Il generale non sarà a Bruxelles domani con il segretario, come è stato suggerito da qualcuno.

 

“No non ci sarò”, dice contattato al telefono. E a chi gli chiede se è stata presa decisione sul seggio per cui opterà, risponde: “Non abbiamo deciso. Ci stiamo pensando”. Candidato in tutte le circoscrizioni infatti Vannacci potrebbe optare per il Nord Ovest, penalizzando Ciocca; oppure al Centro, sfavorendo una salviniana doc come Susanna Ceccardi; o addirittura al Sud facendo saltare il subetro di Aldo Patriciello, cui Salvini ‘deve’ il passaggio recente da FI alla Lega.

 

“La mia rielezione? Siamo appesi ad un basco, quello del generale Vannacci. Dipenderà dalla circoscrizione che sceglierà, credo la scelta verrà decisa da Salvini. Io però sono tranquilla, dormo serena la notte”, risponde Ceccardi.
“Non c’è dubbio che abbia portato voti, lo dicono i numeri a livello nazionale. Ha avuto una visibilità superiore a qualsiasi altro candidato. Ma nella nostra Regione ha preso più voti una candidata del Friuli Venezia Giulia”, puntualizza, dal canto suo, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia. “La gente ha dimostrato di apprezzare le candidature del territorio. Abbiamo messo in campo tre figure – Cisint, Lizzi e Zannier – con una storia di rappresentanza importante, un’esperienza amministrativa reale da mettere a disposizione degli elettori. Non delle semplici figure elettorali. Questo ci ha premiato”, sottolinea il governatore friulano. 

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