sabato, Luglio 27, 2024
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Tredici momenti chiave nella storia della Repubblica Islamica

AGI – Ecco alcune delle date più importanti vissute in Iran dopo la rivoluzione islamica del 1979, fino all’annuncio della morte del presidente Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero.

 

Nascita della Repubblica Islamica – Il 1 febbraio 1979, l’ayatollah Rouhollah Khomeini torna dall’esilio due settimane dopo la fuga dello scià Mohammad Reza Pahlavi, al culmine di mesi di proteste contro il suo regime. Il 1 aprile viene proclamata la Repubblica Islamica.
La crisi degli ostaggi americani – Il 4 novembre studenti islamici fanno irruzione nell’ambasciata americana a Teheran, chiedendo l’estradizione dell’ex scià dagli Stati Uniti: 52 diplomatici e impiegati vengono tenuti in ostaggio per 444 giorni. Il 7 aprile 1980, dieci mesi prima del rilascio degli ultimi ostaggi, Washington interrompe le relazioni diplomatiche e impone un embargo commerciale.
Guerra Iraq-Iran – Il 22 settembre 1980, l’Iraq attacca l’Iran dopo aver denunciato gli accordi di Algeri del 1975 volti a porre fine al conflitto di confine sullo Shatt al-Arab, la penisola sul delta del Tigri e dell’Eufrate. Nell’agosto 1988 entra in vigore un cessate il fuoco.
Da Khameini a Khatami – Dopo la morte di Khomeini, avvenuta il 3 giugno 1989, l’Ayatollah Ali Khamenei, presidente dal 1981, ne diviene la guida suprema. A luglio Akbar Hashemi Rafsanjani viene eletto presidente. Conservatore moderato, rieletto nel 1993, guida la ricostruzione del Paese e avvia una politica di apertura verso l’Occidente. Nel 1997, il riformatore Mohammad Khatami viene eletto trionfalmente presidente. Ma il suo mandato viene segnato da rivolte e manifestazioni studentesche. Rieletto nel 2001, passa otto anni a lottare contro l’ostruzionismo conservatore.
Ahmadinejad, il populista – All’inizio del 2002, il presidente americano George W. Bush classifica l’Iran come un Paese dell'”asse del male” (insieme a Iraq e Corea del Nord) e lo accusa di voler “esportare il terrorismo” e dotarsi di armi di distruzione di massa. Nel 2005 il populista Mahmoud Ahmadinejad vince le elezioni presidenziali e l’Iran riprende il suo programma di arricchimento dell’uranio. Nel 2009, la rielezione tra accuse di frode provoca una protesta che scuote la Repubblica Islamica repressa nel sangue.
Rouhani, religioso moderato – Nel 2013 Hassan Rouhani viene eletto presidente. Washington si dice pronta a “collaborare direttamente” e il 14 luglio 2015 Teheran raggiunge un accordo sul nucleare con i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania. L’accordo di Vienna prevede una parziale e graduale revoca delle sanzioni contro l’Iran in cambio della garanzia che Teheran non acquisira’ mai armi atomiche.
Rottura con Riad – All’inizio del 2016, Riad e i suoi alleati interrompono o riducono le loro relazioni diplomatiche con Teheran dopo una crisi innescata dall’esecuzione di un dignitario sciita in Arabia Saudita. L’accusa all’Iran è di interferire negli affari dei Paesi arabi e di alimentare conflitti, in particolare in Siria e nello Yemen.
Accordo morente – L’8 maggio 2018 il presidente americano Donald Trump annuncia il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare e ristabilisce le sanzioni. Da maggio 2019 Teheran torna a mantenere la maggior parte dei suoi impegni. I negoziati per rilanciare l’accordo sono fallite nell’estate del 2022.
Contestazione repressa – Nel novembre 2019, un centinaio di città sono interessate dalle proteste, duramente represse, contro l’aumento del prezzo della benzina. Il bilancio ufficiale è di 230 vittime, ma sono almeno 304 secondo Amnesty International.
Omicidi mirati e attacchi – Il 3 gennaio 2020, il generale Qassem Soleimani, architetto della strategia iraniana in Medio Oriente, viene ucciso in un attacco di droni americani a Baghdad. L’8, l’Iran lancia missili contro le basi che ospitano i soldati americani in Iraq. Il 27 novembre, un eminente fisico nucleare e viceministro della difesa, Mohsen Fakhrizadeh, viene assassinato in un attacco vicino a Teheran, attribuito dall’Iran a Israele.
Raisi, un ultraconservatore alla presidenza – Il 18 giugno 2021, l’ultra conservatore Ebrahim Raissi viene eletto presidente, in un contesto di malcontento per la crisi economica e sociale.
Rivolta repressa delle donne – La morte, avvenuta il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, una giovane donna detenuta dalla polizia morale che l’accusa di aver violato il rigido codice di abbigliamento, scatena un’ondata di manifestazioni duramente represse. Diverse centinaia di persone vengono uccise e migliaia arrestate.
Attacco diretto a Israele – Il 13 aprile 2024, in rappresaglia per un attacco aereo contro il consolato iraniano a Damasco attribuito a Israele, l’Iran lancia un attacco senza precedenti con droni e missili contro Israele, la maggior parte dei quali viene intercettata con l’aiuto di Washington e di altri Paesi alleati.
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