venerdì, Giugno 13, 2025
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Trump e la cospirazione dell’autopenna, Biden nel mirino

AGI – Mentre le proteste di Los Angeles si estendono alle grandi città degli Stati Uniti, Donald Trump cavalca la sua nuova ossessione: la ‘autopen conspiracy theory’. Persino nella puntata di debutto del podcast del New York Post ‘Pod Force One’ nei primi minuti dell’intervista il Presidente parla solo dell’uso dell’autopenna da parte di Joe Biden e all’idea che sia la dimostrazione che non era lui a firmare gli ordini e quindi a comandare.

A marzo, quando per la prima volta Trump tirò fuori questa ipotesi, John Yoo, conservatore ed esperto di autorità esecutiva si disse sicuro che Trump si stava “solo divertendo a spese di Biden”. Ma il Presidente ha cercato di portare la questione al di là del mero “divertimento” ordinando un’indagine sull’uso dell’autopenna da parte di Biden e sui presunti legami con il suo “declino cognitivo”.

Una mossa che ha dato nuova linfa a una storia che sembrava confinata ai media conservatori ansiosi di mantenere l’attenzione sul presunto insabbiamento sulle condizioni di salute di Biden. Tuttavia sarà difficile dimostrare un qualche illecito: non c’è nulla di sbagliato o illegale nell’uso dell’autopen: nel 2005, l’ufficio di consulenza legale del dipartimento di Giustizia condusse un’ampia analisi della legalità del suo utilizzo e rilevò che il Presidente “non è tenuto a compiere personalmente l’atto fisico di apporre la propria firma su un disegno di legge per firmarlo ai sensi dell’Articolo I, Sezione 7”.

Il cavallo di battaglia nella crociata di Trump è l’utilizzo dell’autopen per la concessione della grazia, ma anche in questo caso gli appigli sono scarsi. Una nota del 1929 del Procuratore Generale degli Stati Uniti osservava che la Costituzione non prescrive quale sia il metodo per graziare qualcuno. Ciò significa che le grazie non devono necessariamente essere documentate pubblicamente e “non necessitano dell’autografo del presidente”. L’altro punto chiave è che molti presidenti hanno utilizzato questa pratica in una forma o nell’altra.

Thomas Jefferson acquistò e utilizzò un’autopenna quando fu brevettata per la prima volta nel 1803 e persino Trump stesso ha ammesso di averla utilizzata, anche se “solo per documenti di scarsa importanza” tranne che in un caso, per la verità tutt’altro che trascurabile: il proclama sul suo tentativo di espellere rapidamente i migranti utilizzando l’Alien Enemies Act.

L’ordine di Trump di indagare non riguarda solo la legittimità delle firme con autopen di Biden ma la possibilità che altre persone l’abbiano usata per “esercitare in modo incostituzionale le autorità e le responsabilità del Presidente”. Tra i provvedimenti che, secondo Trump, Biden potrebbe aver firmato ‘a sua insaputa’ ci sono quello sull’apertura delle frontiere e sull‘ammissione dei transgender nelle gare di sport femminili.

“In sostanza, chiunque abbia usato l’autopen era il presidente” ha detto Trump, dando l’abbrivio a una teoria che, se mai fosse dimostrata, avrebbe conseguenze davvero importanti. Ma la strada per i teorici del complotto è lunga: per quanto possano essere convincenti le prove che funzionari dell’amministrazione Biden hanno nascosto il declino cognitivo dell’ex presidente, non è detto che non fosse nel pieno possesso delle proprie facoltà proptrio mentre decideva cosa firmare.

Quando a Trump è stato chiesto se avesse scoperto “qualcosa di specifico” a sostegno della teoria del complotto, ha dovuto ammettere di non aver trovato nulla. Biden, da parte sua, ha bollato come “ridicola e falsa” ogni insinuazione sulle sue condizioni mentali al momento di apporre una firma su un documento.
La ‘autopen conspiracy theory’ resta comunque estremamente popolare nei media conservatori: Fox News, ad esempio, vi ha già dedicato decine di servizi e un’ampia copertura, anche mentre altre testate erano concentrate su una questione molto più piccante: la fine della ‘bromance’ tra Trump ed Elon Musk.

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