AGI – Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di voler applicare dazi del 50% dal primo agosto per le importazioni dal Brasile. Per Trump il processo a Jair Bolsonaro è una “caccia alle streghe”. In una lettera indirizzata al presidente Luiz Inacio Lula da Silva, Trump ha criticato il trattamento di Bolsonaro come un “disonore internazionale”, aggiungendo che il processo “non dovrebbe avere luogo”.
Il ministero degli Esteri brasiliano ha espresso mercoledì il proprio “malcontento” all’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti per una nota diffusa da quella sede diplomatica a difesa dell’ex presidente Jair Bolsonaro, attualmente sotto processo per tentato golpe. Gabriel Escobar, capo della legazione diplomatica statunitense in Brasile in assenza di un ambasciatore, è stato convocato e ricevuto dalla segretaria per il Nord America, Maria Luisa Escorel, la quale ha manifestato la “protesta” ufficiale del governo brasiliano, definendo l’intervento statunitense una “ingerenza indebita” negli affari interni del Paese, secondo quanto riferito da fonti ufficiali all’agenzia EFE.
Durante l’incontro, Escorel ha ribadito che “non spetta agli Stati Uniti pronunciarsi su questioni interne” che riguardano esclusivamente il potere giudiziario brasiliano. La nota che ha provocato la reazione diplomatica sosteneva che “Jair Bolsonaro e la sua famiglia sono stati forti partner degli Stati Uniti”, e denunciava quella che veniva definita una “persecuzione politica vergognosa” nei loro confronti, accusando il Brasile di non rispettare le sue tradizioni democratiche.
Il comunicato richiamava anche una dichiarazione dell’ex presidente Donald Trump, aggiungendo che l’ambasciata “segue da vicino la situazione” ma non commenta eventuali azioni future del Dipartimento di Stato. Il tono della nota è in linea con il messaggio pubblicato da Trump lunedì sulla propria piattaforma, Truth Social, in cui scriveva: “Seguirò con grande attenzione la CACCIA ALLE STREGHE contro Jair Bolsonaro, la sua famiglia e migliaia di suoi sostenitori. L’unico processo che dovrebbe esistere è quello degli elettori brasiliani: si chiama elezione. Lasciate in pace Bolsonaro!”
Trump ha poi aggiunto che il Brasile “sta trattando in modo orribile l’ex presidente Jair Bolsonaro” e ha affermato di aver osservato, “come il resto del mondo, una persecuzione ininterrotta, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Non è colpevole di nulla, se non di aver lottato per IL POPOLO!”.
Il messaggio ha suscitato una reazione immediata da parte del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha scelto di rispondere con una nota ufficiale della Presidenza, conferendo carattere istituzionale alla replica. “La difesa della democrazia in Brasile è una questione che riguarda i brasiliani. Siamo un Paese sovrano. Non accettiamo ingerenze o tutoraggi da parte di nessuno”, ha dichiarato Lula.
Bolsonaro, in carica dal 2019 al 2022 (in coincidenza per due anni con la presidenza Trump), è accusato di aver pianificato insieme a comandanti militari e membri del suo ex governo una serie di azioni per impedire l’insediamento di Lula, dopo la sua vittoria alle elezioni di ottobre 2022. Secondo la Procura, quel piano culminò nell’attacco dell’8 gennaio 2023, quando migliaia di sostenitori dell’ex presidente devastarono le sedi della Presidenza, del Parlamento e della Corte Suprema a Brasilia, chiedendo un intervento delle Forze Armate per rovesciare il nuovo governo. Il processo è attualmente in corso presso la Corte Suprema, che il mese scorso ha concluso la fase istruttoria. La sentenza è attesa tra settembre e ottobre.