AGI – Come annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sono arrivati questa mattina nel centro di Los Angeles i primi riservisti della Guardia nazionale, con l’obiettivo di sedare le proteste esplose dopo i raid anti-migranti condotti dall’Immigration and Customs Enforcement statunitense. Un dispiegamento di 2000 soldati che non si vedeva da tempo, quello ordinato da Trump contro la volontà del governatore della California, Gavin Newsom, e del sindaco di Los Angeles, Karen Bass, ritenuti “incapaci” di garantire la sicurezza nella seconda città più grande del Paese.
Decisione di Washington
La decisione presa da Washington, definita da Newsom “volutamente incendiaria”, è giunta dopo due giorni di tafferugli che hanno messo a ferro fuoco in particolar modo il distretto di Paramount. Duri gli scontri tra gli agenti federali e la folla inferocita per gli arresti, con i primi che hanno fatto uso di gas lacrimogeni, granate stordenti e pallini al pepe, per rispondere al lancio di pietre e cemento dei manifestanti che cercavano di bloccare gli arresti.
Ruolo della Guardia Nazionale
La Guardia Nazionale – un esercito di riserva – è spesso utilizzata per portare aiuto durante disastri naturali e occasionalmente in casi di disordini e proteste, ma quasi sempre con il consenso delle autorità locali. Mentre questa volta è stata dispiegata addirittura in contrasto con le volontà degli amministratori locali. È la prima volta dal 1965 che un presidente schiera una Guardia Nazionale senza la richiesta di un governatore statale, ha ricordato l’ex capo di Human Rights Watch, l’attivista statunitense Kenneth Roth.
Addestramento dei soldati
Ma il segretario alla Sicurezza interna, Kristi Noem, ha spiegato che i soldati che Trump ha deciso di inviare a Los Angeles sono “specificamente addestrati per questo tipo di situazioni”. E potrebbe persino non bastare per il governo federale. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, dopo l’arrivo dei primi soldati della Guardia Nazionale ha annunciato su X che, se necessario, verranno inviati anche i marines. “Sotto il presidente Trump, la violenza e la distruzione contro gli agenti e le proprietà federali non saranno tollerate”, ha scritto il capo del Pentagono, “se la violenza continuerà, saranno mobilitati anche i marine in servizio attivo a Camp Pendleton, già in stato di elevato allerta”.
Dura la risposta di Newsom: “Questo è un comportamento squilibrato” ha scritto su X.