venerdì, Ottobre 4, 2024
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VLADIMIR LUXURIA: “NON HO COMPLETATO LA TRANSIZIONE PERCHÉ NON RINUNCIO ALL’ORGASMO”

“A 11 anni venni adescata da un pedofilo. Ho avuto una sola donna in vita mia, ma mi è stata portata via da un tumore”.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Vladimir Luxuria spiega perché ha scelto di non completare la sua transizione sessuale: “Nei miei rapporti sessuali voglio anche l’appagamento, e dato che mi piace raggiungere l’orgasmo, non voglio privarmene”. Già lo scorso anno Luxuria, ospite a Verissimo, aveva condiviso alcuni racconti del proprio passato, a partire dalla sua infanzia, quando aveva capito di essere un bambino diverso dagli altri, e proseguendo poi a quando venne bullizzata nel corso dell’adolescenza.

Al Corriere racconta anche un episodio particolarmente duro avvenuto quando era molto piccola: “Avevo 11 anni e venni adescata da un pedofilo ultra 60enne”. L’uomo l’aveva adescata come nel peggiore dei cliché, offrendole un gelato e delle caramelle zuccherate, per poi condurla in una zona più appartata, dove aveva soddisfatto i propri istinti sessuali. In quell’occasione, Vladimir non era riuscita a reagire: “Mi avevano insegnato a rispettare gli adulti. Non ci fu un rapporto completo, dopo ebbi voglia di rivederlo: ha presente la sindrome di Stoccolma? Continuammo. Poi lui, forse intuendo il pericolo, non si presentò a un appuntamento e finì. Ci rimasi male”.

Totalmente diverso, invece, il primo rapporto avuto con una donna: Luxuria afferma, infatti, di aver amato una sola donna nella sua vita, Sara Slowey, una ragazza inglese con la quale aveva instaurato un rapporto romantico, senza raggiungere mai un rapporto sessuale completo: “La nostra era una relazione romantica, non abbiamo mai avuto un rapporto completo. Mi piaceva accarezzarla, baciarla, dormire abbracciati” racconta, aggiungendo di averla conosciuta “in una discoteca a Vasto. Lei era inglese, molto femminile, seno abbondante, bionda, occhi azzurri, un carattere ‘maschile’. Per dire: mi si avvicinò e chiese se mi poteva offrire da bere. All’epoca ero un 17enne effeminato, esile, coi capelli lunghi. Mi raccontò di essere arrivata in Italia con le amiche in autostop: la sua indipendenza mi colpì”.

Non fu un flirt passeggero, anzi, Luxuria racconta che si frequentarono diversi anni, anche se il loro fu di fatto un rapporto di amicizia e condivisione: “Tantissimi anni. Mi diceva: tu fai le tue storie, io le mie. Venne a Foggia e mia madre per un periodo pensò che non fossi gay. Quando andavo in Inghilterra, mi portava ai concerti […] Purtroppo Sara è mancata per un tumore: quando l’ho saputo ho pianto per giorni. Il figlio mi ha invitata al matrimonio. Sara mi ha insegnato la libertà, l’amore per la musica, per l’arte”.

Il primo vero amore gay, racconta poi Luxuria, fu invece con un ferroviere di Foggia: “(…) che però mi voleva solo come passiva, non mi toccava neanche. Quando tornavo a casa mi masturbavo ripensando al rapporto che avevamo avuto. Avevo 16 anni: fu il primo”.

Vladimir Luxuria rivela di aver avuto essenzialmente flirt passeggeri, quelli che definisce “scopamici”. Trovare l’amore non è facile, anche se ora sembra averlo finalmente trovato il Principe Azzurro. Vladimir, infatti, è legata sentimentalmente da ormai due anni a Danilo Zanvit Stecher, membro di un’associazione che si occupa di recupero di persone tossicodipendenti.

“Nel 2009 mi chiamò a Bolzano per una fiaccolata contro l’omofobia. Nata come affinità elettiva, la relazione vera è iniziata quasi due anni fa. Non lo voglio chiamare fidanzamento, con lui siamo una coppia aperta non praticante. Ci piace pensare che potremmo avere altre storie, ma non le abbiamo. Lui è omosessuale non integralista, abbiamo una storia romantica. Ai tempi aveva una compagna, non era sposato”.

Luxuria conferma, infine, la sua scelta di non sottoporsi all’operazione di riassegnazione degli organi genitali: “Sui documenti sono Wladimiro Guadagno. Potrei cambiare, ma non gli ho mai dato importanza: sono una non binaria ante litteram. Però ho combattuto affinché chi volesse, potesse farlo”.

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