lunedì, Aprile 29, 2024
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LAURA MEGA: ROSA COME RIBELLIONE

Un artista concettuale estremamente raffinata che attraverso il ricamo e altri supporti tessili crea installazioni elaborate con sarcasmo e intelligenza, toccando tematiche esistenziali in soccorso delle donne. 

La ricerca artistica di Laura Mega si è spinta dai manicomi femminili ad un attenta analisi sui pregiudizi sociali e culturali che reprimono tutt’ora le donne. Ha esposto le sue opere a New York dove ha vissuto per diversi anni, oltre che alla Biennale di Architettura di Venezia, la sua arte é parte della collezione permanente della Fondazione Moleskine.

Partiamo dall’inizio: qual è stata la tua formazione?
Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma e poi, con una borsa di studio, ho frequentato l’Università dell’Immagine a Milano – una scuola formativa di Fondazione Industria il cui fondatore era il fotografo Fabrizio Ferri. Il programma verteva sui 5 Sensi – vista, udito, tatto, gusto e olfatto.
Dopo Milano mi sono trasferita a New York dove ho vissuto diversi anni. È stato proprio il periodo nella ‘Grande Mela’ ad avere un grosso impatto sul mio percorso artistico. Il mio lavoro è stato esposto in spazi ed eventi internazionali tra mostre, fiere e biennali negli Stati Uniti, Corea, Gran Bretagna, Belgio, Cipro, Italia.

In quali direzioni si snoda la tua ricerca artistica?
L’impiego del tessile diviene un elemento di partenza per l’indagine sulla condizione della donna, per poi abbracciare questioni emotive, sociali e politiche attraverso un linguaggio semplice dove l’ironia lascia all’osservatore la responsabilità per una diversa chiave di lettura e di interpretazione. Da qualche anno, la mia arte ha preso una direzione ben precisa, ovvero di denuncia e sensibilizzazione. L’intento è quello di dar voce a coloro che non possono parlare e urlare a coloro che fingono di non sentire. L’arte è una forte forma di comunicazione e il mio impegno è quello di usarla nel miglior modo possibile senza ridurla a una semplice macchia di colore.

Quali sono i materiali che prediligi per le tue creazioni concettuali?
Il supporto che utilizzo nel mio lavoro è prettamente tessile appartenente per lo più ad antichi corredi: set di abiti, biancheria e altri accessori che una sposa porta con sé in dote nella nuova casa. Sul tessile intervengo con il ricamo e/o testi stampati a mano, a questi unisco spesso materiali non convenzionali come la cera epilatoria di colore rosa. L’uso della cera epilatoria, concettualmente, vuole sottolineare la sopportazione al dolore della donna, partendo da una semplice pratica estetica, ‘necessaria’, richiesta dalla società in cui viviamo. L’impiego del filo da ricamo invece ha valore di cura, il ricamo è un rituale lento che, anche se in chiave contemporanea, non dimentica la memoria storica. Un linguaggio sovversivo dove cambiandone o ribaltandone la situazione, cade anche l’equilibrio nelle cose.

Il Rosa è il colore che identifica la tua cifra stilistica. Perché hai scelto questa tonalità?
La comparsa del colore rosa nel mio lavoro risale al 2009 quando realizzai una Moleskine per l’evento myDetour 5×5 dove il brand chiedeva ad artisti di intervenire sui loro taccuini. La Moleskine che realizzai era tutta rosa con punti di sutura che chiudevano una cicatrice scavata nella copertina. Credo siano stati proprio loro i primi a supportare il mio lavoro e quella Moleskine è ora inserita nella collezione della Moleskine Foundation con nomi noti in ambito artistico. Il rosa, in particolare la tonalità chiara, rimanda al femminile, pur toccando tematiche che non riguardano solo la condizione della donna. Il rosa è un colore solitamente associato al morbido, delicato, gentile, inoffensivo, che non ferisce. Le tematiche che tratto nelle mie opere sono l’opposto di tutto quello che rappresenta questo colore. La denuncia a temi importanti arriva dolcemente, senza forzature e senza puntare il dito contro nessuno, lasciando uno spiraglio alla riflessione e al dialogo, per sensibilizzare.

Cosa puoi dirci delle tue prossime esposizioni?
Questo 2024 è iniziato pieno di nuovi progetti di carattere sociale e umano, ancora non posso svelare nulla ma sono collaborazioni a cui tengo moltissimo. L’intento di questi nuovi lavori, che vedranno presto luce, è di avere il cuore aperto alla cura dell’altro, il rispetto verso ogni essere umano e umanità.

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