lunedì, Aprile 29, 2024
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VIOLENTO ATTACCO DELLA MELONI ALLA MATERNITÀ SURROGATA

Avanti sull’intenzione di dichiararla “reato universale”. Le associazioni per i diritti civili sul piede di guerra.

Il primo ministro Giorgia Meloni ha dichiarato di continuare a sostenere un disegno di legge che renderebbe la maternità surrogata un “crimine universale” durante la conferenza a Roma di venerdì 12 aprile. “Continuo a credere che la maternità surrogata sia una pratica disumana”, ha dichiarato. “Sostengo il disegno di legge che lo rende un crimine universale”.

Durante la conferenza stampa, la Meloni ha annunciato un disegno di legge che aumenterebbe le multe esistenti per la maternità surrogata a 600.000 euro (512.000 sterline). Si è concentrata anche sul calo dei tassi di natalità nel paese, affermando che la “sfida demografica” e la “sostenibilità economica” dei tassi di natalità sono al centro dell’attenzione del partito: “Non ha senso gestire il presente se il futuro non è sicuro”.

Nel ribadire la volontà di fermare la maternità surrogata in Italia, la Meloni ha anche chiesto un aumento della spesa pubblica a sostegno delle famiglie con figli, compresi i “bonus bebè” e le agevolazioni fiscali per le famiglie. Il governo si è inoltre impegnato a rendere più facile per le madri che lavorano trovare assistenza e sostegno adeguati per i propri figli.

Una deriva all’indietro

Lo spostamento dell’attenzione verso il sostegno delle famiglie eterosessuali nel Paese mette in allarme tutti i movimenti per i diritti civili e le associazioni che si battono per la parità di genere. Proprio di recente, il governo ha modificato i certificati di nascita italiani in “madre” e “padre” anziché “genitore 1” e “genitore 2”. Anche la Chiesa Cattolica ha recentemente condiviso sentimenti simili sulla maternità surrogata l’8 aprile, dopo che Papa Francesco ha affermato che essa “viola” la dignità del bambino e della persona che ha partorito, che secondo lui “diventa un mero mezzo asservito al guadagno arbitrario o al desiderio di altri.”

La Meloni ha anche chiesto che i comuni interrompano la registrazione dei figli di genitori dello stesso sesso nel marzo 2023 dopo che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha confermato di aver ricevuto istruzioni di interrompere la registrazione dei bambini che hanno due madri o due padri.

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