sabato, Luglio 27, 2024
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

Fiorella Mannoia: “La mia Mariposa celebra le immagini delle donne”

AGI – Ci sono sempre le donne nella vita musicale di Fiorella Mannoia, cosi come nella vita di tutti giorni. L’interprete torna sul palco del teatro Ariston presentando per Sanremo 2024 un brano che diventa una sorta di caleidoscopio femminile, dal titolo evocativo: Mariposa.

 

“È un testo nato da un’idea di Carlo Di Francesco (il marito di Mannoia) mentre guardavamo la serie Il grido delle Farfalle, dedicato alle sorelle Mirabal – spiega Mannoia – la loro storia è emblematica”. Erano tre sorelle, attiviste molto impegnate sul tema dei diritti e lottavano contro la dittatura di Rafael Rafael Trujillo e i fatti successivi al loro assassinio nel 1960, un evento che ha condotto l’ONU a decretare il 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

 

“Furono trucidate, massacrate – racconta l’artista – la Giornata contro la violenza è dedicata a loro, le chiamavano le farfalle. Lottavano contro gli abusi e i soprusi del regime. Una storia tragica. Il loro assassinio sconvolse l’opinione pubblica. Carlo ha buttato giù un’dea partendo dai mille volti delle donne, da come sono le donne, poi abbiamo messo il testo in musica e il risultato è stato un contenuto gioioso. L’idea è partita da li, e nello stesso tempo abbiamo reso omaggio alle sorelle Mirabal, alle farfalle appunto”.

 

 

 

 

Da tempo Fiorella Mannoia è in prima linea nella tutela dei diritti della donne e per l’abbattimento di stereotipi che danneggiano l’universo femminile. Non a caso, è presidente onorario di Una Nessuna Centomila: ” La fondazione è nata dopo il concerto di Campovolo – spiega la cantante in uan conferenza stampa – e ci occupiamo di raccogliere fondi per i centri antiviolenza e altre attività. Il 4 e 5 maggio prossimi saremo all’Arena di Verona con un nuovo appumento musicale. Dobbiamo combattere una mentalità che ci attanaglia. Nelle frasi che compongono Mariposa, ci sono tutte le donne, nel bene e nel male. Si parte dalla strega al rogo, si arriva alla fragilità, al fatto che possiamo anche essere terribili”.

 

A Verona, sottolinea ancora l’interprete, “abbiamo invitato ad intervenire sul palco anche tanti uomini. Ci saranno. Abbiamo bisogno di fare un percorso con loro. Gli uomini devono farsi sentire in quel contesto. La battaglia non è solo al femminile. Altrimenti rischiamo di rimanere sempre vittime di sterotipi, quelli che ci portiamo dietro da anni Ci vuole tempo per interrompere certi processi ma da qualche parte si deve comunicare. I trapper? Faccio appello anche io a fare attenzione a certi testi, alla responsabilità. Non si può censurare nessuno ma un invito alla riflessione e alle conseguenze ci vuole”.

 

Secondo Fiorella Mannoia, “le dinamiche sulle donne sono sempre uguali. Scambiano la gelosia per amore. La gelosia è un sentimento umano ma quando diventa ossessione bisogna fuggire. Appartengo a una generazione che ha visto cambiare tante cose. La libertà? La libertà va difesa ogni giorno. è una conquista che va difesa – Io me la sono conquistata , non è stato facile. Ho fatto anche io dei compromessi ma ho ceduto poco. Ho sbagliato e ho pagato, mi sono rialzata. Una conquista costa anche cara. Ho sempre cercato di mantenere la barra dritta”.

 

Il ritorno a Sanremo? ” La canzone mi ha convinta – dice Mannoia – e poi c’è la voglia di divertirmi. Questo spiega il motivo per cui sono tornata. L’arrangiamento di questo brano è diverso dal solito a cui sono abituata. Io sono cosi, le canzoni le scelgo sulla base di quello che sento e mi sento dentro. Questo testo è diverso dal mio stile ma mi piace. Non mi aspetto nulla. La porta alle cantanti cosiddette impegnate l’ho praticamente aperta io. Se la canzone è valida perchè non andare? Sul palco conosco praticamente tutti. C’è anche Loredana Bertè. Non conosco ancora la sua canzone, non ne ho sentita nessuna ma so che la sua è molto bella e io sono molto contenta che ci sia Loredana”.

 

Si dice che Fiorella Mannoia indosserà abiti molto femminili “non sexy – spiga ridendo – non sarò con tutti di fuori insomma. Sarò femminile, voglio sfoggiare una femminilità visto che chi mi viste, si può dire credo, è Luisa Spagnoli. Non posso esagerare ma sarò femminile-“. Il fantasanremo? “Qualcosa mi spiegò Sangiovanni, chiedendomi di dire delle cose – ricorda Mannoia – ma dico la verità ancora oggi non ci ho capito niente. Quindi boh?. Devo andare scalza? Twerkare? Difficile quest’ultjma cosa.non solo so, ripeto non ci no capito niente”.

 

Per Fiorella Mannoia si apre sul teatro Ariston di Sanremo una lunga stagione di festeggiamenti. C’è’ Mariposa di cui firma in prima persona il testo insieme a Cheope e Carlo Di Francesco e che celebra l’orgoglio di essere donna cantando le voci di delle donne nel tempo, nella storia, nel sentimento e nel mistero, raccontandole nella loro libertà, forza, dolore, gioia, amore gridando l’identità eterna e inviolabile di ciascuna. Ma Sanremo sarà una prima importantissima tappa per l’artista che poi spegnerà quest’anno 70 candeline e festeggerà “sicuramente queto traguardo, con amici, con tutti-. Non so se con un concerto – ha spiegato – vedremo. Ancora è tutto da decidere”, e poi con un progetto live che la vedrà protagnoista Per Fiorella Mannoia si tratta della sesta partecipazione in concorso a Sanremo, a sette anni di distanza dalla partecipazione con “Che sia benedetta”, seconda classificata nel 2017. La prima volta all’Ariston risale al 1981 quando si esibisce in gara con il brano “Caffè nero bollente”. 

 

La seconda è nel 1984 con “Come si cambia” che la consacra a tutti gli effetti come straordinaria interprete. Il 1987 è l’anno di “Quello che le donne non dicono”, brano scritto da Enrico Ruggeri, il primo tra i grandi cantautori a credere in lei inaugurando quel percorso musicale che da sempre la caratterizza, con cui vince il premio della critica che si aggiudica anche al Festival del 1988, grazie ad un altro incontro importante, quello con Ivano Fossati che scrive per lei “Le notti di maggio”. Un pensiero al 1981: “Se mi rivedo ai tempi di Caffè nero bollente, con quei capelli, quegli abiti. Giovane con una carriera che poi è decollata lentamente. Il percorso è cresciuto con me, mentre maturavo. Mi rivedo allora e mi faccio tenerezza, Si'”.

 

 

VIRGO FUND

PRIMO PIANO