lunedì, Aprile 29, 2024
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Il Parlamento europeo indaga sui possibili fondi russi ai deputati

AGI –  Il Parlamento europeo sta esaminando le accuse secondo cui una rete filo-russa avrebbe pagato eurodeputati di almeno sei Paesi per diffondere la propaganda pro-Cremlino e influenzare le elezioni del Parlamento europeo di giugno. “La presidente è a conoscenza del caso e sta esaminando le accuse specifiche”, ha affermato il portavoce della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

 

La Repubblica Ceca ha dato notizia mercoledì di aver scoperto una rete di propaganda legata al Cremlino che sta cercando di influenzare il Parlamento europeo e le prossime elezioni europee del 6-9 giugno, in particolare con messaggi contrari all’integrità territoriale dell’Ucraina.

 

“Si tratta di deputati che ricevono denaro (dalla Russia). È una pressione esterna, ma c’è cooperazione dall’interno. Anche nel nostro Paese, ai livelli più alti delle nostre istituzioni democratiche”, ha detto giovedì il premier belga Alexander de Croo, presidente di turno dell’Ue. I servizi segreti belgi stanno collaborando strettamente con i cechi per far luce sulla vicenda.

I media che hanno riferito del complotto nella Repubblica Ceca sostengono, citando fonti dell’intelligence nazionale, che gli eurodeputati coinvolti in questo caso e che avrebbero ricevuto i compensi per la loro partecipazione proverrebbero da Germania, Francia, Polonia, Paesi Bassi, Belgio e Ungheria, anche se non nominano alcun legislatore specifico.

 

Il servizio stampa del Parlamento europeo ha spiegato che l’istituzione sta gi esaminando le accuse riguardanti il sito “Voice of Europe”, attorno al quale è stata sviluppata la rete di influenza filo-russa, e ha affermato che potrebbe limitare l’accesso al sito da parte delle strutture del Parlamento europeo, come ha gi fatto con altri sanzionati dall’Ue, per aver diffuso false narrazioni sulla guerra in Ucraina.
In una risoluzione del febbraio di quest’anno, lo stesso Parlamento europeo aveva messo in guardia contro i “continui sforzi della Russia per indebolire la democrazia europea” e il suo reclutamento di membri del Parlamento europeo come agenti di influenza o l’uso di partiti politici europei “che agiscono come propaganda del Cremlino” come amplificatori a servizio dei suoi interessi.

 

 Le prime reazioni all’interno della Camera europea sono arrivate dai gruppi dei Verdi e Liberali, con i leader che sollecitano la presidente del Parlamento europeo ad avviare un’indagine rapida e trasparente che sveli la portata dell’operazione di influenza filo-russa e consenta un’azione contro gli eurodeputati coinvolti.

 

“Le elezioni europee sono tra dieci settimane. Dobbiamo assicurarci che i russi non paghino nessuno dei candidati”, ha chiesto l’ambientalista olandese Bas Eickhout, mentre la sua collega tedesca, Terry Reintke, ha chiesto una “severa punizione” per gli eurodeputati coinvolti.

 

“Se gli eurodeputati in carica o i candidati alle prossime elezioni europee hanno ricevuto denaro dal governo russo o dai suoi rappresentanti, occorre segnalarlo e si deve agire. Gli elettori europei devono sapere se i loro eurodeputati o candidati alle prossime elezioni stanno lavorando con il sostegno della Russia o dei suoi rappresentanti”, ha concordato la leader dei liberali di Renew Europe, Valerie Hayer.
Il gruppo ha chiesto che il Parlamento europeo discuta dello scandalo nella prossima sessione plenaria, che si terrà il 10 e 11 aprile a Bruxelles, e ha chiesto che anche la vicepresidente della Commissione europea per i valori, Vera Jourova, partecipi al dibattito.

 

Il Parlamento europeo ha a disposizione una serie di sanzioni nei confronti degli eurodeputati per violazioni delle regole interne di etica e trasparenza, che vanno dalla revoca dell’indennità giornaliera per un massimo di 60 giorni, alla sospensione temporanea dell’attività parlamentare, al divieto di  rappresentare l’istituzione in sedi diverse o la limitazione dell’accesso alle informazioni riservate. Il Parlamento europeo non può’ ritirare il seggio di alcun deputato, poiché è responsabilità di ciascuno Stato membro, nè impedire loro di candidarsi alle elezioni europee del prossimo giugno. 

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